UTILIZZO INVESTIGATIVO DI INTERNET E DEI MASS MEDIA. (da vigilidifinanza.wordpress.com)

domenica 22 dicembre 2019

Per combattere la dura battaglia contro l’evasione fiscale i verificatori prima di procedere ad accertamenti diretti, devono raccogliere una serie di elementi principalmente attraverso l’interrogazione delle numerose banche dati informatiche a disposizione della Pubblica Amministrazione.

Alle informazioni che emergono dall’integrazione di questi dati, è importante e di non secondaria importanza, affiancare quelle fonti informative alternative, che in barba all’attuale stringente disciplina a tutela della privacy, che possono emergere dalla navigazione in Internet e attraverso l’analisi dei social media.

Proprio in merito alla facoltà di utilizzare i media come fonte investigativa, l’Agenzia delle Entrate già nel 2016 ha prodotto un’idonea Circolare n.16/E del 28 aprile, che citava tale strumento, nella prassi operativa da utilizzare nell’attività di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.

Si tratta di una fonte d’informazione molto ampia e proficua, non solo con riferimento al reperimento di dati puntuali sul soggetto che si sta controllando, ma anche con riguardo agli elementi che consentono di analizzare il settore economico di riferimento nel quale rientra l’attività, così come anche l’andamento del mercato di riferimento.

Nel corso della navigazione in Internet, finalizzata all’acquisizione delle informazioni fiscalmente rilevanti, occorre tener sempre presente l’importanza di valutare la fondatezza dei dati rintracciati sul web, al fine di selezionare quelli effettivamente spendibili in sede di controllo e di contraddittorio con il contribuente.

Nel caso in cui si disponga già di uno specifico indirizzo web di riferimento dell’impresa o del professionista sottoposto ad indagine, è evidente la possibilità di navigare nel sito per acquisire indicazioni sia di carattere generale come la sede o la tipologia di attività economica, sia di tipo specifico direttamente utilizzabili ai fini della ricostruzione del volume d’affari, come cataloghi, listini prezzi o recensioni di clienti.

Nel caso invece occorra partire da dati generali, per le ricerche in rete non deve mai prescindere l’utilizzo dei cosiddetti “motori di ricerca”, come ad esempio Google, dove nella finestra è possibile digitare una o più parole, un codice fiscale, una partita iva, un numero di telefono o ancora uno specifico indirizzo per avviare un’indagine in rete.

Con la funzione “cerca” è possibile ottenere una serie di collegamenti (link), di video, immagini o pagine web contenenti la parola o la cifra ricercata, attraverso le quali approfondire l’indagine sui soggetti da controllare.

Anche le informazioni quotidianamente riportate sulla stampa, soprattutto quella locale e quella specializzata, possono rappresentare un importante patrimonio per l’identificazione di comportamenti evasivi ovvero contribuire ad arricchire le nostre presunzioni semplici, per poter ricostruire il tenore di vita dei nostri contribuenti.

 

 

Fonte: https://vigilidifinanza.wordpress.com/2019/11/06/utilizzo-investigativo-di-internet-e-dei-mass-media/

 

 


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