FISCO: ROSSI SCIVOLA SULLE TASSE 'HA EVASO 60 MLN'. ACCERTAMENTI AGENZIA ENTRATE - FISCO:LONDRA O MADRID,QUEI CAMPIONI ITALIANI ALL'ESTERO - FISCO:ROSSI;FEDERCONTRIBUENTI,MAXI-ACCERTAMENTI ANNUNCI SPOT -

giovedì 09 agosto 2007

FISCO: ROSSI SCIVOLA SULLE TASSE 'HA EVASO 60 MLN'

ACCERTAMENTI AGENZIA ENTRATE SUL PILOTA RESIDENTE DAL 2000 IN GB

 

   (ANSA) - ROMA, 8 AGO - Esattori delle tasse a caccia di Valentino Rossi. Chiedono conto di 60 milioni di euro. Secondo gli accertamenti condotti dal Comitato analisi e ricerca della Direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate delle Marche, la presunta evasione milionaria di Rossi (che risiede in Gran Bretagna dal 2000) fa riferimento agli anni 2000-2004. Dall'aprile del 2000, il campione avrebbe presentato dichiarazioni tributarie in Gran Bretagna, per cifre irrisorie, attestando di essere residente, ma non domiciliato, in Inghilterra. Dopo essere in ritardo nel motogp, a caccia di Casey Stoner, ecco un'altra brutta notizia per Rossi.

   La notizia e' arrivata oggi, ma Graziano Rossi, padre del campione e' caduto dalle nuvole: ''Non so niente, un mio amico mi ha letto qualcosa poco fa, da un sito web, ma io di questa storia non so nulla, e non so neppure dove sia Valentino adesso''. Le cronache riportano che il pilota della Yamaha sia in Sardegna a godersi un meritato riposo in compagnia di Elisabetta Canalis, ma puo' anche darsi che l'accertamento dell'Agenzia delle Entrate abbia potuto guastare la vacanza a Rossi.

   Cinquecento euro di redditi da fabbricati, dichiarati nel modello '730' del 2002, notificato a Rossi a Tavullia, il 3 agosto: e' su dichiarazioni al fisco come queste che l'Agenzia per le Entrate ha deciso di andare a fondo, con l'avviso di accertamento relativo ai redditi degli anni 2000-2004. E pensare che gia' nel 2002 Rossi era finito nel mirino della Guardia di Finanza di Pesaro, ma il campione di Tavullia risulto' all'epoca assolutamente in regola con il fisco.

   Dall'aprile del 2000, il campione avrebbe presentato dichiarazioni tributarie in Gran Bretagna, per cifre irrisorie, attestando di essere residente, ma non domiciliato, in Inghilterra.

   In questo modo, ha potuto avvalersi del regime dei residenti non domiciliati, che permette ai contribuenti di dichiarare soltanto i redditi prodotti in Inghilterra, nel caso di Rossi minimi. Mentre in Italia, nei cinque anni presi in esame, il pilota avrebbe continuato a dichiarare soltanto i redditi da fabbricati.

   Dalla tassazione sarebbero percio' rimaste fuori le sponsorizzazioni, i cui contratti sarebbero intestati, secondo l'Agenzia, a societa' estere. Anche se, stando agli ispettori del fisco Valentino Rossi avrebbe sempre mantenuto in Italia la sede principale dei suoi affari, e i propri interessi economici, oltre a un "solido legame di natura sociale e familiare".

 

FISCO:LONDRA O MADRID,QUEI CAMPIONI ITALIANI ALL'ESTERO

DA CIPOLLINI A CAPIROSSI,DA BETTINI A BIAGGI:NON SOLO MONTICARLO

 

   (ANSA) - ROMA, 8 AGO - Londra, Montecarlo, Campione d'Italia. Perfino Madrid. E nel caso di un 'italiano' acquisito come Michael Schumacher anche la Svizzera. Il miraggio della residenza all'estero, qualche volta per passione geografica ma molto piu' spesso per il regime fiscale piu' leggero, da sempre e' stato di grande attrazione per i campioni dello sport italiano: dal ciclismo al motociclismo, dal calcio al tennis e' lunga la lista degli atleti azzurri che hanno deciso di trasferire la propria residenza all'estero, in primis a Montecarlo.

   Per Valentino Rossi, come in passato per Cipollini, Biaggi o Loris Capirossi (per lui l'accusa era di evasione su 8 milioni di euro), e' scattato l'accertamento del Fisco e ne e' nato un pesante contenzioso fiscale. Ma piu' frequenti sono le occasioni in cui la residenza all'estero non e' contestata. Ecco una mappa degli sportivi italiani che dichiarano di non vivere in patria.

   - MONTECARLO - Meta tra le piu' scelte non soltanto dal mondo dello sport, ma anche da quello dello spettacolo e dell'imprenditoria, nella capitale del Principato di Monaco si sono trasferiti i tennisti Nicola Pietrangeli, Lea Pericoli, Stefano Pescosolido, Diego Nargiso, Omar Camporese, Andrea Gaudenzi e Filippo Volandri; e poi i piloti di formula 1 Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Luca Badoer, Gianni Morbidelli ed Emanuele Pirro, i ciclisti Paolo Bettini, Michele Bartoli e gli ex campioni Jose' Altafini e Alberto Tomba.

   - GRAN BRETAGNA - A far compagnia a Valentino Rossi, nel Regno Unito, c'e' l'altro campione di motociclismo Marco Melandri, residente a Derby.

   - SPAGNA - La nazione iberica e' stata scelta come luogo di residenza da GIovanni Lombardi, oro nelle individuali a punti alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, che vive a Madrid.

   - CAMPIONE D'ITALIA - Si sposto' di pochi chilometri dall'Italia anche Fabio Capello, che decise di trasferire la propria residenza in riva al lago di Lugano gia' quando allenava la Roma. Ne nacque una polemica, poi chiusa con il rientro del tecnico in Italia.

    Ma la squadra di sportivi incappati nei guai delle tasse e' anche piu' lunga. La vicenda piu' famosa e' quella che coinvolse, alla fine degli anni '90, Alberto Tomba: al campione di sci fu contestato di aver portato il denaro all'estero grazie ad un sofisticato sistema di societa' sorte nei 'paradisi fiscali', quindi fuori dal controllo dello Stato italiano. L'inchiesta si risolse con l'assoluzione di Tomba, anche perche' nel frattempo lo sciatore aveva provveduto a sanare tutti i suoi debiti col fisco, pari a 10 miliardi di lire.

   Non e' sfuggito alle indagini di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate nemmeno Mario Cipollini: anche il ciclista toscano aveva scelto come residenza Montecarlo, ma cio' non e' bastato ad evitargli la contestazione di circa 5 milioni di euro, ridotti a 1 milione dopo ulteriori accertamenti, non dichiarati. L'ex campione del Mondo si e' pero' sempre opposto al procedimento avviato nei suoi confronti perche' ha da sempre dichiarato di essere stato realmente residente, e non in modo fittizio, nel paradiso fiscale monegasco dal 1997 al 2003.

    Se si varcano i confini nazionali la lista degli sportivi 'inciampati' almeno una volta nei problemi fiscali, legati agli introiti pubblicitari, si allunga: da Steffi Graf a Boris Becker, da John McEnroe al fantino Lester Pigott, senza dimenticare i guai col fisco di Diego Armando Maradona, che ha ancora un conto di 31 milioni di euro in sospeso con il fisco italiano. Sospeso e forse mai piu' saldato, tanto che, in uno dei suoi ultimi viaggi in Italia, la Guardia di Finanza ha sequestrato al Pibe de Oro due Rolex d'oro dopo aver gia' pignorato, un anno prima, il compenso che l'ex campione del Napoli aveva ricevuto per la partecipazione al programma televisivo ''Ballando con le stelle''.

 

FISCO:ROSSI;FEDERCONTRIBUENTI,MAXI-ACCERTAMENTI ANNUNCI SPOT

 

   (ANSA) - ROMA, 8 AGO - ''Se Valentino Rossi ha evaso il fisco per 25 milioni di euro, dovuti per gli anni 2000-2004, devono essere messe in atto tutte quelle azioni cautelari che salvaguardino il credito erariale. Ma l'amara considerazione e' che ancora una volta si scopre come un fisco inefficiente abbia fatto passare quattro anni d'imposta per scoprire una maxi evasione di questa entita'. E lo stesso campione ha potuto avere l'ulteriore possibilita' di evadere ancora per le due annualita' successive(2005 e 2006) ulteriori imposte all'erario italiano''. Lo afferma il presidente nazionale della Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro.

   ''Nello stesso tempo e con eguale determinazione crediamo che atti che sono strettamente 'privati' non andrebbero divulgati prima che l'accertamento dinnanzi alla giustizia tributaria diventi definitivo'', aggiunge Finocchiaro in una nota, sottolineando che ''spesso quando si parla di maxievasioni, non sempre si giunge al risultato di recuperare effettivamente le somme evase''.

   ''Da qualche settimana assistiamo a proclami di maxi accertamenti, vedi il caso Telecom - conclude - ma non vorremmo che fossero annunci spot per giustificare l'inasprimento insensato nei confronti dei piccoli contribuenti, che ormai non debbono piu' aspettare quattro anni per vedersi ipotecata la casa o pignorato lo stipendio in caso di imposte non pagate''. (ANSA).


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