NSD.IT INTERVISTA IL DELEGATO COCER CARABINIERI ALESSANDRO RUMORE: “IL COCER CARABINIERI CI ESCLUDE PER LE NOSTRE POSIZIONI A FAVORE DEL SINDACATO”

sabato 04 agosto 2007

Pubblichiamo di seguito  appena apparso sul sito www.nsd.it (News sicurezza e difesa).

 

Dopo la firma del rinnovo del contratto del Comparto Sicurezza e Difesa, il delegato del Cocer Carabinieri Alessandro Rumore è intervenuto ai microfoni di Radio Sicurezza per fare il punto sull'intesa raggiunta, senza nascondere un fondo di delusione per le poche risorse disponibili. Rumore ha anche fatto un amaro sfogo sulla situazione all'interno del Cocer Carabinieri:

"Io e i delegati Longobardi e Piccinni subiamo le conseguenze della nostra posizione a favore della  sindacalizzazione delle forze armate venendo esclusi da tutte le trattazioni economiche. Ci sentiamo in minoranza: io la chiamo la minoranza politica del Cocer Carabinieri e questo fa male. Però gli ideali sono questi e li porteremo avanti fino alla fine".

 

INTERVISTA ALESSANDRO RUMORE

 

Il rinnovo del contratto delle Forze di polizia e delle forze armate è stato firmato all'unanimità dopo una estenuante trattativa e  non senza qualche malumore. Come giudichi questo accordo?

E' un classico contratto “a cambiale”. Nel senso che preso a livello economico questo contratto dà pochissimo. A livello normativo invece sancisce alcuni aspetti importanti, mentre altre norme vengono posticipate al 2008 quando il Governo stanzierà ulteriori risorse come previsto dal patto per la sicurezza. Praticamente è nato male ed è finito ancora peggio anche se, a dire il vero, era l'unica cosa ottenibile con questo governo e con le risorse che attualmente disponibili. Non dobbiamo dimenticare che noi proveniamo da una finanziaria 2006 dove non erano state stanziate risorse, tranne le vacanze contrattuali, e questo governo non ha sopperito a quell'handicap che aveva lasciato il precedente esecutivo. Con le poche risorse che c'erano abbiamo potuto ottenere un aumento medio di 123 euro che partirà dal 1° settembre. Per quanto riguarda gli arretrati, invece, c'è un grande punto interrogativo perché se a dicembre nella finanziaria non si troveranno altre risorse, noi rischiamo anche di prendere gli arretrati da febbraio di quest'anno in una misura che va dagli 11 ai 16 euro.

Quindi, lo spirito con cui Sindacati di Polizia e Cocer hanno firmato questa intesa è quello di aver fatto un gesto di buona volontà in attesa di vedere realizzate le promesse contenute nel Patto per la Sicurezza?

Sicuramente aspettiamo al varco il Governo. Quello che dispiace è che, come tutti sanno, il Cocer firma un contratto però fa parte di una contrattazione che va mossa anche con lo Stato Maggiore. Il Cocer non è un sindacato. Dai Sindacati francamente ci aspettavamo qualcosa in più. Dopo la protesta fatta a dicembre da Sap, Sappe e Sapaf pensavamo che loro avrebbero forzato molto su questo contratto. Dall'altro lato c'era il cartello dei 7 sindacati di polizia che già dall'inizio avevano detto che questo contratto andava firmato e ancora a quell'epoca non c'era neanche il patto per la sicurezza. Noi abbiamo voluto dare fiducia al Governo perché nelle linee guida del patto per la sicurezza sono stati inseriti svariati punti nei quali l'Esecutivo si impegna a fare determinate cose come il riordino delle carriere, che dovrà essere fatto entro la legislatura, o come la previdenza complementare con l'apertura dei fondi pensioni. Insomma sono cose importanti ed impegnative. A settembre, quando riaprirà l'attività parlamentare, vedremo se nella finanziaria effettivamente queste promesse verranno mantenute.

Tu personalmente avresti firmato questo accordo?

Visto che sia i Sindacati che i Cocer sono scontenti, avrei tentato di mettere la firma su questo contratto a presentazione della finanziaria avvenuta. Secondo me non si può firmare un contratto quando una finanziaria non è stata votata e non sappiamo esattamente i fondi che ci sono. Anche perché se nella prossima finanziaria il Governo non stanzierà determinati soldi, noi come potremmo far valere le nostre rivendicazioni? I sindacati in quel caso farebbero le loro proteste mentre noi non andremmo oltre la pubblicazione di qualche comunicato stampa.

Torniamo a parlare di Rappresentanza Militare. Nel patto per la sicurezza è prevista anche una rivisitazione di questo strumento. Nei mesi scorsi ci sono stati forti scontri all'interno del Cocer Interforze e,  nel tuo caso, anche all'interno dello stesso Cocer Carabinieri fra chi chiede una riforma della rappresentanza attuale e chi vorrebbe l'introduzione del sindacato. A che punto siamo?

E' proprio così: c'è una parte che vuole la sindacalizzazione pura e semplice e una parte che vuole una forte rappresentanza militare. Io sostengo ormai da anni che una rappresentanza militare collegata allo Stato Maggiore non può più esistere. Non possiamo essere considerati rappresentanti e poi essere pagati dal nostro Stato Maggiore e avere a disposizioni le loro strutture. A livello parlamentare sembra che questo sia stato recepito. Sono stati presentati altri disegni di legge da Marini e da Malabarba dove si parla di “associazionismo” tra militari e non esattamente di sindacalizzazione vera e propria. Quindi qualcosa sta cambiando. In realtà, non si vuole sgretolare la rappresentanza o rafforzare un concetto di sindacalizzazione, anche perché i sindacati in questo momento hanno dimostrato di essere deboli. La rappresentanza militare può avere un suo sviluppo se viene varata una norma principale che è quella del distacco a livello economico che significa che la rappresentanza deve essere autonoma. E' chiaro che facendo così si creerebbe un unico sindacato fortissimo e confrontandomi con altri sindacalisti mi hanno detto che questo è improponibile perché loro sarebbero sopraffatti da un unico sindacato militare che rappresenterebbe effettivamente circa 117.000 persone. Quindi, a questo punto, la scelta è andare verso un associazionismo sindacale e lasciar perdere ormai le riforme della rappresentanza.

Come giudichi la risposta della classe politica a queste Vostre istanze?

Nonostante questi disegni di legge non mi sembra che nelle commissioni difesa di Camera e Senato ci sia un grande interesse. Credo ci sia molta immaturità a livello parlamentare. Siamo soddisfatti per l'apertura di un tavolo presso la Funzione Pubblica ed è la prima volta che si apre anche ad una riforma della rappresentanza in chiave sindacale. Negli incontri della settimana scorsa, la maggioranza del Cocer Interforze ha detto che vuole un sistema di associazionismo sindacale. Questo mi fa piacere perché quando nei parlai ai vostri microfoni a marzo ero considerato l'unico a pensarla così e invece vedo che ora le cose stanno cambiando.

Com'è la situazione all'interno del Cocer Carabinieri?

Al Cocer Carabinieri si sostiene con forza la rappresentanza militare “punto e basta” negando ai militari l'associazionismo che hanno i poliziotti. E di questo io e i delegati Longobardi e Piccinni ne subiamo le conseguenze perché siamo esclusi da tutte le trattazioni economiche e ci sentiamo in minoranza. Io la chiamo la minoranza politica del Cocer Carabinieri e questo fa male. Però gli ideali sono questi e li porteremo avanti fino alla fine.

 

 

 


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