LIBERAZIONE: "POLIZIA IN PIAZZA, LA MANOVRA FA SCHIFO. DUE STRISCIONI PER LA SINDACALIZZAZIONE DELLA GDF. DORI: UNA LIMITAZIONE AI DIRITTI COSTITUZIONALI CHE BLOCCA LA NOSTRA APPARTENENZA ALLA SOCIETÀ. OLTRE MILLE FIRME PER LA PETIZIONE POPOLARE.

lunedì 03 dicembre 2007

Liberazione, 2 dicembre 2007, pagina 4.

 

Due cortei, a Roma e Milano, di tutti i sindacati del comparto per contestare i tagli nella manovra. Gli organizzatori: siamo 120mila.


E il leader Siulp attacca l'inchiesta sui fatti di Genova. Amato: ponete questioni reali, ne terremo conto. Voglia di sindacato tra i militari

 

(di Checchino Antonimi)

Centoventimila poliziotti in piazza contro la finanziaria secondo la questura. E centoventimila secondo i promotori. Reali o no, per una volta le cifre non ballano.

 

Stavolta, infatti, hanno manifestato loro, gli operatori del comparto sicurezza, quelli che, in genere, stanno dall'altra parte della barricata appresso alle manifestazioni di altri. Due piazze separate, Milano e Roma, la prima per i sindacati più vicini al centro destra, il cui faro è il Sap che ha volantinato anche a Napoli. Nella Capitale gli altri sindacati perlopiù affiliati, visto che confederarsi non è concesso, ai sindacati confederali (Silp, Siulp e Siap), Consap e anche l'Ugl.

 

Tantissimi tra agenti della polizia di Stato, guardie forestali, agenti penitenziari, finanzieri, come non si vedeva da undici anni. Nel '96 era sempre Prodi il capo del governo. E a spingere in piazza i tutori dell'ordine c'era la riforma delle pensioni, targata Dini.

 

La gestione De Gennaro e il governo di centrodestra hanno saputo tenere a bada i sindacati del comparto sicurezza. Promesse infinite e qualche trucco per dividere et imperare. Nel 2003, ad esempio, fu accantonato un gruzzoletto fuori dalla finanziaria per promuovere tutti i vicecommissari a commissario capo e questi ultimi a vicequestori.

 

E infatti, ieri, i funzionari erano una presenza simbolica in mezzo al mare di lavoratori che manifestava sia contro i tagli all'amministrazione, sia contro il riordino delle pensioni che sfila la previdenza delle forze dell'ordine dal catalogo dei lavoratori usuranti, con buona pace dei cinque anni di scivolo in cui sperano, se la norma passa, i lavoratori con la divisa. Meno volanti, meno straordinari, meno missioni, scuole che chiudono (9 su 12), concorsi bloccati da tre anni e quindi organici asciutti (mancano 5700 agenti) e sempre più attempati. Ogni anno ne vanno in pensione 1300 ma la finanziaria prevede di assumerne 1300 in tre anni. La Dia, l'antidroga sono tre anni che non fa missioni per mancanza di fondi. Oltre un terzo del lavoro viene fatto in straordinario ma ne viene pagata solo una quota forfettaria, 10 ore. Uguale 80 euro. Gli standard di sicurezza prevedono una volante ogni 50mila abitanti ma a Roma ce ne sono 35 per turno, anziché almeno il doppio. Per pagare la benzina, i commissariati preleverebbero soldi destinati all'affitto.

 

Insomma pare che il governo abbia scelto di risparmiare in sicurezza, ha riassunto sul palco di Roma il leader del Siulp a nome dei suoi omologhi. «Ci vogliono dare l'unica cosa che davvero non ci serve: la commissione sul G8 di Genova», ha detto infiammando la piazza e confermando la compattezza tra gli apparati di polizia e l'ex sindacato unitario a fare blocco contro operazioni di verità e giustizia sulla più grande sospensione dei diritti umani dal dopoguerra, in Occidente.


La manifestazione, a detta del ministro di polizia, Giuliano Amato, pone questioni reali perché le risorse finanziarie per uomini e mezzi sono un elemento essenziale per «quell'elevato livello di sicurezza che ci siamo impegnati a garantire. E la finanziaria non potrà non tenerne conto». E subito sarebbero in arrivo 69 milioni in manovra per il ripristino dei fondi per gli straordinari. Per le pensioni si dovrà concertare.

Curioso e scontatissimo il balletto di politici intorno alle due piazze. I soldi sono in linea con le tendenze ai tagli delle finanziarie di un ventennio ma Berlusconi soffia sul fuoco e accusa Palazzo Chigi di disconoscere i tutori dell'ordine «perché li considera traditori del proletariato, venduti allo Stato borghese». E Maroni, Baccini, De Gregorio, Ciocchetti, Gasparri, fino a Calderoli che, come di consueto, vince la palma per la dichiarazione meno aderente alla realtà: «Questo governo libera i delinquenti e affama le forze dell'ordine».

Nello sfilamento anche due striscioni della guardia di finanza portati dai delegati cocer, meno gli ufficiali che non sopportano la sindacalizzazione reclamata da settori sempre più vasti di lavoratori con le stellette. «E' evidente la disparità di trattamento per chi gode di diritti sindacali (polizia, guardie penitenziarie, forestali) e chi ne è escluso, caso unico in Europa, come i lavoratori del comparto Difesa e noi della finanza. Questa limitazione dei diritti costituzionali blocca la nostra appartenenza alla stessa società», dichiara a Liberazione, Maurizio Dori del cocer Gdf.

 

Più timide le rappresentanze di altre armi per l'evidente timore di ripercussioni. Il testo di riforma che sta uscendo da Palazzo Madama rigetta tutte le speranze di democratizzazione. Solo ieri raccolte mille firme in calce alla petizione per i diritti sindacali dei militari. Meno scontata, in apparenza, la presenza nel corteo di Mercedes Frias, deputata del Prc, unico partito a sostenere la voglia di sindacato dei cittadini con le stellette. Senza se e senza ma.


(Le sottolineature sono della redazione del sito, NDR)

 

 

 


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