SICUREZZA: AMATO, MIGLIAIA UOMINI IN PIU' SU TERRITORIO, RECUPERO AMMINISTRATIVI - STATALI:SINDACATI BOCCIANO NICOLAIS,NO PREPENSIONAMENTI - DIFESA: PARISI, PERCHE' TANTI GIUDICI MILITARI A TOLEDO?

domenica 23 settembre 2007

SICUREZZA: AMATO, MIGLIAIA UOMINI IN PIU' SU TERRITORIO

ANNUNCIO MINISTRO, RECUPERO AMMINISTRATIVI E ASSUNZIONE VFP

 

   (ANSA) - ROMA, 12 SET - Nella legge Finanziaria saranno inseriti quei provvedimenti che consentiranno di avere a disposizione per la sicurezza ''alcune migliaia'' di uomini e donne in piu'. L'annuncio del ministro dell'Interno Giuliano arriva a pochi giorni dalla conferenza Stato-Citta' che dovra' gettare le basi per il pacchetto legalita' che il governo, non piu' tardi di una settimana fa, si e' impegnato a presentare entro la fine del mese.

   Il ministro non fa numeri ma sottolinea che si procedera' ''da un lato ricollocando sul territorio personale che ora assolve altre funzioni, che sara' sostituito con personale civile'' e dall'altro ''riaprendo il turn over anche allo scopo di far funzionare la legge sull'esercito professionale che, in assenza di un incisivo assorbimento da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, non da' ai giovani gli sbocchi di cui hanno diritto per legge''.

   In sostanza, le ipotesi a cui si sta lavorando sono tre. Le prime due riguardano interventi di ''ricollocazione'' di personale gia' alle dipendenze del ministero dell'Interno: si recuperera' quel personale ora impegnato in compiti amministrativi, sostituendolo con personale civile recuperato dagli esuberi delle altre amministrazioni - possibilita' consentita dalla legge 121 - e verra' riportato al Vicinale tutto quel personale oggi impegnato in altri ministeri e amministrazioni dello Stato. L'intervento piu' consistente, pero', riguarda la riapertura del turn over. Il ministero dell'Interno, e' questa la base di lavoro, potra' tornare ad assumere i volontari a ferma prolungata (Vfp) che non trovano piu' spazio nelle forze armate dopo la riforma che ha cancellato la leva obbligatoria. Quella legge, sottolineano fonti del Viminale, prevede che i Vfp abbiano sbocco in polizia e nei carabinieri, ma il blocco del turn over ha di fatto impedito questa possibilita'. Nulla a che vedere dunque con i 40mila militari in esubero, confermati anche nei giorni scorsi dal capo di Stato maggiore della Difesa Giampaolo Di Paola. Di questi, dicono le stesse fonti, se ne e' cominciato a parlare ma e' comunque un'operazione che riguarderebbe soltanto il personale civile, circa 5mila persone.

   Quanto ai fondi per intervenire, il ministro non si e' sbilanciato. Ma al Viminale fanno notare che la richiesta economica avanzata a Padoa Schioppa, oltre 25 miliardi di euro, conferma le cifre ottenute l'anno scorso in fase di assestamento di bilancio.

   L'annuncio di Amato ha raccolto il plauso del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, che proprio stamattina ha firmato con il titolare del Viminale un accordo contro il racket. E' la risposta ''alla nostra richiesta forte di piu' Stato e piu' presenza. E' un piacere prenderne atto'' ha detto il leader di viale dell'Astronomia. Critica invece l'opposizione che definisce quelli di Amato soltanto annunci propagandistici. ''Amato non e' credibile'' afferma Gasparri (An), mentre il collega ed ex sottosegretario all'Interno Mantovano chiede al ministro di ''venire in Parlamento a spiegare nei dettagli il suo piano, indicando le risorse finanziarie con le quali rendere operativo il programma. Come si potra' far fronte agli uomini in piu' se 25 miliardi non sono bastati e non bastano agli uomini attualmente in servizio?''.  Per Isabella Bertolini (Fi) le parole del ministro sono ''l'ennesima promessa da marinaio per rassicurare il popolo  italiano ormai terrorizzato dall'incapacita' del governo Prodi'', mentre per la Lega si tratta di ''spot mediatici''. ''Mai come in questo caso - dice il vicepresidente dei deputati del Carroccio Cota - vale il detto 'un bel tacer non fu mai scritto''. (ANSA).

 

STATALI:SINDACATI BOCCIANO NICOLAIS,NO PREPENSIONAMENTI

MA NEL 2003-2005 DIPENDENTI PUBBLICI AUMENTATI DELLO 0,65%

 

   (ANSA) - ROMA, 18 SET - No a un piano nazionale per i prepensionamenti dei dipendenti pubblici, solo disponibilita' alla discussione sull'efficienza delle singole amministrazioni: Cgil, Cisl e Uil bocciano la proposta del ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais per lo 'svecchiamento' e la riqualificazione dell'amministrazione secondo la quale a fronte di tre uscite dovrebbe essere fatta una sola assunzione. Il piano comunque sembra avere poche possibilita' di successo anche a leggere i dati del passato. Tra il 2003 e il 2005 – secondo l'ultimo Conto annuale del ministero del Tesoro - il personale pubblico e' cresciuto passando, compresi i lavoratori a tempo determinato e gli lsu, a 3.592.887 persone (+0,65%) con una crescita della spesa del 6,33% in due anni, molto superiore all'inflazione.

    I sindacati che oggi hanno incontrato il ministro Nicolais hanno detto no alle ipotesi di prepensionamento (l'uscita dal lavoro anticipata rispetto al raggiungimento dei requisiti di legge per la pensione) ma anche a una eventuale proposta di esodi incentivati (per quei dipendenti tra i 61 e i 67 anni che hanno i requisiti per la pensione di anzianita' ma possono comunque decidere di restare al lavoro) a livello nazionale. C'e' invece disponibilita' a discutere dei possibili squilibri all'interno di singole amministrazioni.

   Nicolais ha spiegato che il piano non prevede ''veri e propri prepensionamenti ma ''esodi incentivati di personale che ha oltre 60 anni, e quindi potrebbe trovare conveniente andare via con degli incentivi''. Il governo - ha spiegato in una intervista a Radio Popolare - ha "avviato un processo di ringiovanimento della struttura attraverso assunzioni al 60%, rispetto ai pensionamenti, per cui oggi sostituiamo 10 dipendenti che vanno in pensione con 6 persone che saranno giovani o persone che gia' lavorano nella pubblica amministrazione''.

   Nel 2005 - secondo i dati del Conto annuale - il ''tasso di cessazione'' dal lavoro dei dipendenti pubblici a tempo indeterminato e' stato del 2,70% (oltre 90.000 lavoratori usciti) mentre quello di assunzione e' stato del 3,19% (oltre 107.000 lavoratori assunti) anche se i sindacati sottolineano che cio' e' accaduto soprattutto grazie all'aumento del personale nei corpi di polizia (3,12% di assunti a fronte di 1,25% di usciti dal lavoro) e nella scuola (4,45% il tasso di assunzione a fronte del 2,98% del tasso di cessazione).

    Non si puo' quindi fare una discussione a livello nazionale perche' - avverte il segretario nazionale della Uil-pa Salvatore Bosco - si rischierebbe una ''paralisi amministrativa'' magari rinunciando a personale nei settori dove serve di piu'. Le politiche degli annunci ''non fanno bene'' per il segretario confederale della Cgil Paolo Nerozzi che chiede piuttosto al Governo di stanziare in Finanziaria risorse adeguate per i rinnovi contrattuali pubblici, in scadenza a fine anno. Convinto della necessita' che si parli ''di efficienza e non di risparmi'' e il segretario confederale della Cisl Gianni Baratta che chiede il rispetto del memorandum secondo il quale la discussione sull'efficienza va fatta a livello delle singole amministrazioni. Domani il ministro Nicolais incontrera' sulla questione tutte le sigle sindacali rappresentative nel pubblico impiego.(ANSA).

 

DIFESA: PARISI, PERCHE' TANTI GIUDICI MILITARI A TOLEDO?

 

   (ANSA) - ROMA, 20 SET - Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, appresa da un articolo di stampa la notizia della partecipazione di un elevato numero di giudici militari ad un convegno a Toledo, in Spagna, ha segnalato al presidente dell'organo di autogoverno della magistratura militare ''l'opportunita' di far conoscere, anche pubblicamente, le circostanze e le ragioni dell'iniziativa, nell'ambito dell'autonoma responsabilita' attribuita dalla legge allo stesso organo''.

   Nell'occasione, Parisi ricorda che ''il Governo, su sua proposta, gia' nel marzo scorso, ben prima dell'inizio delle polemiche di stampa, aveva inserito norme volte ad una drastica riduzione degli uffici della giustizia militare nel contesto del disegno di legge di riordino dell'ordinamento giudiziario, dovendo poi prendere atto dell'avvenuto stralcio di tali norme da parte del Parlamento''.

   Il ministro, infine, ribadisce ''la ferma determinazione del Governo di pervenire rapidamente alla voluta riforma e segnala di averne chiesto l'inserimento nei provvedimenti legislativi che accompagneranno la manovra finanziaria del 2008, nell'ambito delle misure dirette alla razionalizzazione e al contenimento della spesa pubblica''.

Della vicenda della magistratura militare, il Governo ha riferito oggi in Commissione Difesa, alla Camera, rispondendo ad un'interrogazione dell'on. Tana De Zulueta (Verdi). Il sottosegretario Marco Verzaschi ha rilevato che le norme inserite nel ddl di riforma dell'ordinamento giudiziario prevedono, tra l'altro, ''la riduzione ad un terzo dei tribunali militari (da 9 a 3), la soppressione delle sedi distaccate della Corte militare d'appello, una forte riduzione dell'organico dei magistrati militari e del personale civile delle cancellerie e segreterie, con transito delle unita' eccedenti rispettivamente nei ruoli della magistratura ordinaria e nei corrispondenti ruoli del ministero della Giustizia''. Inoltre, ha aggiunto, ''tali norme confermano la piena equiparazione dei magistrati militari a quelli ordinari, quanto a stato giuridico, trattamento economico, progressione di carriera e garanzie di indipendenza''.

   Verzaschi ha inoltre sottolineato con rammarico che, ''a fronte di questo impegno del Governo, nel corso del successivo esame parlamentare, le norme sulla riforma dell'ordinamento giudiziario militare sono state stralciate''.    L'on De Zulueta si e' detta ''soddisfatta'' della risposta del ministero. ''Pur considerando questo un primo passo – spiega - rimane ferma la mia convinzione che la soluzione ottimale sarebbe quella di una rapida riforma che affidi i compiti previsti dall'articolo 103 della Costituzione ad un solo tribunale e faccia transitare il personale e le strutture in eccedenza all'amministrazione civile evitando cosi' inutili sprechi di risorse pubbliche''.  (ANSA).

 

 

DIFESA:GIUDICI MILITARI,CONVEGNO TOLEDO?UTILE PER FORMAZIONE

 

   (ANSA) - ROMA, 21 SET - La partecipazione dei giudici militari italiani al XV Congresso Internazionale di Difesa sociale a Toledo, in Spagna, ''si inserisce nel quadro della formazione dei magistrati militari su temi di primario interesse per la loro specifica professionalita' ''. I giudici con le stellette affidano ad una nota firmata da Giuseppe de Vergottini, vice presidente del Consiglio della magistratura militare, la risposta alle perplessita' sollevate dalla notizia della loro partecipazione di massa al convegno di Toledo.

   A segnalare il caso era stato, ieri, il Corriere della Sera. Con un articolo intitolato ''Giudici militari, viaggio premio dopo due mesi di ferie'', il quotidiano sottolineava la

partecipazione di un terzo dei magistrati (32 su un organico di 103) al convegno internazionale, a spese del ministero. A stretto giro l'intervento dello stesso ministro Parisi, che ha fatto presente al presidente dell'organo di autogoverno della magistratura militare ''l'opportunita' di far conoscere, anche pubblicamente, le circostanze e le ragioni dell'iniziativa''.

   Oggi la risposta del Consiglio della magistratura militare che, dopo aver sottolineato l'importanza del convegno per la formazione dei giudici, afferma che ''nel promuovere e finanziare'' la partecipazione italiana all'iniziativa sono stati valutati ''sia l'indiscusso elevato livello scientifico del convegno, sia i costi limitati''.

A far si' che i costi restassero 'limitati', spiega de Vergottini, hanno contribuito tre fattori: ''la contenuta quota di partecipazione; l'opportunita' offerta dal ministero della Difesa spagnolo di fruire di una struttura alloggiativa militare; le vantaggiose tariffe del trasporto aereo prescelte''. Tutto cio' avrebbe ''consentito un costo complessivo ben inferiore a quello che si sarebbe dovuto affrontare per organizzare autonomamente un analogo incontro di studi in Italia''.

  Il vicepresidente del Consiglio della magistratura militare replica poi ad un altro aspetto ormai da tempo, e a piu' riprese, sottolineato anche dagli organi di informazione: lo scarso carico di lavoro dei giudici con le stellette (''attesi a volte perfino da tre udienze al mese'', scrive il Corriere). Un carico di lavoro, ammette de Vergottini, ''drasticamente ridotto in seguito alla sospensione della coscrizione obbligatoria'', ma il Consiglio della magistratura militare ''ha responsabilmente preso atto della situazione creatasi e ha prospettato al Governo e al Parlamento l'urgenza di un intervento riformatore''. In proposito, ricorda de Vergottini, ''risulta la presentazione di puntuali iniziative legislative e l'impegno del Governo, ribadito dal ministro della Difesa, per un intervento di razionalizzazione organizzativa e di relativo contenimento di spese da attuarsi nel quadro di provvedimenti di accompagnamento della prossima legge finanziaria''.

   Una puntualizzazione anche sui reati di poco conto con cui avrebbero ormai quasi esclusivamente a che fare i giudici militari: ''oltre a reati bagatellari - si legge nella nota – la Giustizia militare ha affrontato e affronta questioni di notevole rilevanza, quali quelle che riguardano i reati commessi in occasione delle missioni all'estero dalle Forze armate''.

   La conclusione del vice presidente del Consiglio della magistratura militare e' che, finche' i giudici con le stellette esistono, hanno il diritto di aggiornarsi. Per dirlo con le sue parole: ''Non viene meno, fino a che rimanga in funzione la Giustizia militare espressamente voluta dalla Costituzione, l'esigenza che i magistrati militari partecipino ad ogni opportuna iniziativa di formazione che specificamente e direttamente li riguardi''.   (ANSA).


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