VISCO: PM,PRESSIONI INDEBITE SU SPECIALE - PM, DISCUTIBILE ANCHE COMPORTAMENTO DEL GEN.SPECIALE - VISCO: INTERROGATORIO,HO TRATTATO SPECIALE A PESCI IN FACCIA - VISCO: A PM,FESTE E AMICIZIE DISCUTIBILI PER GDF DI SPECIALE

domenica 23 settembre 2007

VISCO: PM,PRESSIONI INDEBITE SU SPECIALE ED E'POLEMICA

L'OPPOSIZIONE INCALZA,DOPO MOTIVAZIONI PROCURA SI DIMETTA SUBITO

(di Pasquale Faiella)

 

   (ANSA) - ROMA, 20 set - Il termine paradossale lo usano gli stessi magistrati nella loro richiesta di archiviazione per il viceministro dell'economia Vincenzo Visco 'assolto' da illeciti penali per l' 'affaire' Speciale. Sembra Paradossale ''ma non lo e' '' spiegano i pm, e' anche che il viceministro abbia piu' poteri sul comandante della Gdf che sul singolo ufficiale. Paradossali appaiono, ad un non 'addetto ai lavori', le 13 pagine, redatte dal procuratore di Roma Giovanni Ferrara e dal sostituto Angelantonio Racanelli, che sembrano preludere piu' ad una richiesta di giudizio che, invece, ad un proscioglimento.

   Quella dei pm romani si rivela una vera e propria censura del comportamento - che la procura sintetizza nell'apparente ossimoro ''illegittimo ma non illecito'' - dell'esponente del governo, ma anche dell'ex comandante della Guardia di finanza.

   Contro il vice ministro si concentrano le reazioni degli esponenti politici dell' opposizione (ma anche di Italia dei Valori) che incalzano Visco sollecitandolo a dimettersi subito.

   La prassi seguita da Visco, secondo la procura capitolina, per ottenere l'avvicendamento (mai avvenuto) di quattro ufficiali della Guardia di Finanza a Milano e' stata caratterizzata da ''pressioni indebite'' da una ''condotta in violazione delle specifiche norme di legge''. I pm, tuttavia, sottolineano anche il modus operandi del generale Roberto Speciale: ''Non si puo' non rilevare che appare quanto meno discutibile il comportamento del generale Speciale nel momento in cui, pur ritenendo di dissentire dalle richieste e dagli 'ordini' del viceministro Visco non si comporta immediatamente di conseguenza''. Secondo i pm, infatti, Speciale ''dopo essersi consultato ed averne parlato con altri ufficiali, invia una lettera con la quale 'sembra' (l'uso del termine sembrare non e' casuale) far proprie le richieste provenienti dal viceministro e poi avvia il procedimento amministrativo''.

   Ma e' su Visco che la procura si spinge ad affermare che ''e' pacifico che il viceministro abbia tentato di  ottenere il trasferimento dei quattro ufficiali della guardia di finanza ordinando o cercando di imporre al comandante generale di provvedere in tal senso o comunque esercitando pressioni indebite sullo stesso''. Ferrara e Racanelli ritengono ''il viceministro Visco abbia posto in essere una condotta in violazione di specifiche norme di legge'', in quanto non e' di competenza del viceministro intervenire in materia di trasferimento di ufficiali delle fiamme gialle.

   Secondo la procura non sussiste il reato di minacce a pubblico ufficiale. Minacce che sarebbero state profferite nella telefonata tra Visco e Speciale 17 luglio 2006. Ma i pm osservano che ''si e' trattato di una conversazione particolarmente accesa nel corso della quale il viceministro Visco, in qualita' di autorita' politica di vertice, ha richiamato, sia pure con toni particolarmente forti il comandante generale''.''Speciale, insomma secondo i pm, ''non appare essere stato minacciato da un 'male ingiusto' determinato''.

   Le motivazioni dell'archiviazione hanno ridato fiato alla polemica politica. ''Le valutazioni contenute nella richiesta di archiviazione dei pm di Roma - ha detto il senatore Alfredo Mantovano (An) - non hanno bisogno di commenti. I pm ritengono che cio' non sia pero' penalmente rilevante. Questo non vuol dire che sia politicamente irrilevante''. Una richiesta esplicita a lasciare l' incarico arriva anche da Francesco Storace (La Destra), Jole Santelli (Fi), e Maurizio Ronconi (Udc). Di ''dimissioni necessarie'' parla anche Antonio Borghesi, deputato di Italia dei Valori, secondo il quale ''sarebbe giusto che Prodi conservasse direttamente la delega sulla Guardia di Finanza''. (ANSA).

 

VISCO: PM, HA VIOLATO SPECIFICHE NORME DI LEGGE

 

   (ANSA) - ROMA, 20 set - ''Ritiene questo ufficio che il viceministro Visco abbia posto in essere una condotta in violazione di specifiche norme di legge'', in quanto non e' di competenza del viceministro intervenire in materia di trasferimento di ufficiali delle fiamme gialle. E' quanto si legge nella richiesta di archiviazione nei confronti dell'esponente del governo nei cui confronti erano stati ipotizzati i reati di tentato abuso d'ufficio e minacce aggravate a pubblico ufficiale.

   La procura di Roma censura il comportamento del viceministro definendo ''illegittima'' la sua condotta, ma ''non illecita'' sotto il profilo della rilevanza penale.

   ''Il quadro normativo che disciplina il trasferimento degli ufficiali della guardia di finanza - e' detto ancora nel provvedimento - e' estremamente chiaro: in materia il viceministro non ha alcun potere. Il potere decisionale in materia di impiego e' attribuito da una norma primaria al comandante generale. Potrebbe apparire paradossale ma non lo e': Il viceministro con delega sulla guardia di finanza ha piu' 'poteri' nei confronti del comandante generale che non sul singolo ufficiale appartenente al corpo''.

   I magistrati romani sottolineano che e' l'articolo 4 L.189/1959 che prevede il potere esclusivo del comandante generale in materia di trasferimenti''. (ANSA).

 

VISCO: PM, PRESSIONI INDEBITE SU COMANDANTE GDF

 

   (ANSA) - ROMA, 20 SET - ''E' pacifico che il viceministro Visco abbia tentato di ottenere il trasferimento dei quattro ufficiali della guardia di finanza ordinando o cercando di imporre al comandante generale di provvedere in tal senso o comunque esercitando pressioni indebite sullo stesso''. E' una delle considerazioni fatte dalla procura di Roma nella richiesta di archiviazione della posizione di Visco per il caso Speciale.

''Le dichiarazioni rese sul punto dai generali Speciale, Pappa e Favaro (vedi dichiarazioni rese alla procura generale di Milano in sede di procedimento amministrativo e dichiarazioni rese a questo ufficio) - si legge nel provvedimento di 13 pagine notificato oggi alle parti – appaiono sostanzialmente coerenti con la suddetta ricostruzione''.

  Per il procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara ed il sostituto Angelantonio Racanelli ''l'input per l'eventuale trasferimento dei quattro ufficiali e' partito sicuramente da viceministro Visco'' e ''non appare corrispondere al reale accadimento dei fatti quanto affermato da viceministro nella lettera datata 24 luglio 2006 ed inviata al comandante generale nella quale si afferma testualmente: 'a tal fine, il 13 luglio ho parlato della questione con i generali Pappa e Favaro e  da questi incontri e' emersa l'opportunita' di coinvolgere nei provvedimenti anche Milano'''. (ANSA).

 

VISCO: PM, DISCUTIBILE ANCHE COMPORTAMENTO DEL GEN.SPECIALE

 

   (ANSA) - ROMA, 20 SET - ''Non si puo' non rilevare che appare quanto meno discutibile il comportamento del generale Speciale nel momento in cui, pur ritenendo di dissentire dalle richieste e dagli 'ordini' del viceministro Visco non si comporta immediatamente in maniera conseguente alla sua volonta' di dissenso''. Nella richiesta di archiviazione della posizione di Vincenzo Visco firmata dalla procura di Roma non manca una ''bacchettata'' anche all'ex comandante generale della Guardia di Finanza.

   Secondo i pm, infatti, Speciale ''dopo essersi consultato ed averne parlato con altri ufficiali, invia una lettera (il riferimento e' alla lettera data 14 luglio 2006) con la quale 'sembra' (l'uso del termine sembrare non e' casuale) fa proprie le richieste provenienti dal viceministro e poi avvia il procedimento amministrativo''. La procura osserva che ''e' pur vero che poi Speciale concludera' il procedimento amministrativo senza dar corso ai trasferimenti e che ai primi di agosto inviera' una nota informativa sulla vicenda alla procura militare di Roma, ma qualche perplessita' rimane''.

   ''Non e' inutile osservare che una nota informativa di quel tenore - e' detto nel provvedimento di Ferrara e Racanelli – ben avrebbe potuto essere inviata alla procura della repubblica di Roma, che sin dall'inizio della vicenda poteva e doveva apparire come la sede naturale, in sede giurisdizionale, dei fatti avvenuti''.(ANSA).

 

VISCO: PM, ILLAZIONE IPOTESI LEGAME CON CASO UNIPOL

 

   (ANSA) - ROMA, 20 set - Nessun legame tra le pressioni esercitate dal viceministro dell'Economia Visco ed il caso Bnl-Unipol. A questa conclusione sono arrivati i magistrati di Roma secondo i quali tale ipotesi ''e' da ritenersi allo stato degli elementi acquisiti nulla piu' che una illazione, priva di riscontri processuali''.

   ''Unico elemento rilevante in tal senso - si legge nella richiesta di archiviazione - e' il contenuto di una dichiarazione resa dal generale Spaziante che riferisce di una richiesta rivoltagli dal viceministro nel corso di un incontro: 'Mi chiese anche, visto che ero stato il generale comandante della Regione Lombardia nell'anno precedente - dice Spaziante - se mi ero fatto un idea su chi fosse stato il responsabile della fuga di notizie relativa al contenuto di alcune telefonate intercettate nell'ambito di un procedimento della procura di Milano. Non ricordo se fece riferimento al caso Unipol o all'onorevole Fassino', ma pur evidenziando che si tratta di una dichiarazione smentita dall'indagato trattasi di elemento di per se' insufficiente per ipotizzare con un minimo di serieta' e concretezza alla condotta del viceministro''.

I pm romani sottolineano inoltre che appare ''inverosimile ritenere, una volta insediatosi il nuovo governo nel maggio-giugno 2006 ed emanati i primi provvedimenti di natura fiscale nel luglio successivo, che il viceministro Visco fosse, alla data del 13 luglio, in grado di valutare questo elemento (le carenze in materia di lotta all'evasione da parte dei quattro ufficiali ndr) e comunque i dati oggettivi dimostrano l'efficacia e l'efficienza dell'attivita' della guardia di finanza a Milano''.

   Quanto all'attivita' svolta dagli ufficiali dei quali si chiedeva il trasferimento, nella richiesta di archiviazione si precisa tuttavia che due di essi ''si sono occupati delle indagini relative alla scalata Antonveneta e nell'ambito di questo procedimento vennero intercettate anche le telefonate che poi diedero vita all'indagine sulla scalata Bnl''. (ANSA).

 

VISCO: INTERROGATORIO,HO TRATTATO SPECIALE A PESCI IN FACCIA

 

   (ANSA) - ROMA, 20 SET - ''Il 17 (luglio 2006 ndr) quando con la bava alla bocca telefono a Speciale... per il resto l'ho trattato a pesci in faccia, come si dice...''. E' un passo dell'interrogatorio di Vincenzo Visco tenutosi il 28 giugno scorso davanti al procuratore Giovanni Ferrara ed al sostituto Angelantonio Racanelli citato nella richiesta di archiviazione della posizione del viceministro dell'Economia.

   Il riferimento e' contenuto nella parte del provvedimento nel quale sono spiegati i motivi per cui non sussistono le fattispecie di reato di tentato abuso d'ufficio e minaccia aggravate a pubblico ufficiale. In merito a quest'ultima, e da qui il riferimento alla telefonata del 17 luglio 2006, i pm osservano che ''appare dubbia la sussistenza del relativo elemento oggettivo: la frase oggetto di valutazione e' la seguente sulla base di quanto dichiarato da Speciale: 'il viceministro Visco ha aggiunto, infine, che se non avessi ottemperato a queste direttive, erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro''.

   La telefonata, spiegano i pm, ''si colloca temporalmente all'indomani della pubblicazione delle notizie dell'Ansa avvenuta in data 16 luglio 2006 che avevano ipotizzato un collegamento tra la vicenda dei trasferimenti e la vicenda Bnl-Unipol con i conseguenti frenetici contatti avvenuti nella predetta giornata tra ambienti ministeriali e il comando Gdf con le conseguenti relative smentite''. ''Si osserva peraltro – si legge ancora nella richiesta di archiviazione - che appare difettare l'elemento della 'minaccia'''.

''Peraltro - continuano i pm – non appare inutile ricordare che per aversi minaccia occorre la prospettazione di un male futuro e ingiusto il cui accadimento dipende dalla volonta' dell'agente''.

   Secondo i pm, in merito alla telefonata Visco-Speciale ''si e' trattato di una conversazione particolarmente accesa nel corso della quale il viceministro Visco, in qualita' di autorita' politica di vertice, ha richiamato, sia pure con toni particolarmente forti il Comandante generale, indubbiamente legato all'autorita' politica di vertice da un rapporto 'fiduciario' lato sensu, in relazione alla convinzione, da parte della stessa autorita' politica di vertice, del verificarsi di alcuni episodi ritenuti non corretti deontologicamente e che quindi avrebbero potuto determinare da parte dell'autorita' politica una valutazione sul permanere del vincolo 'fiduciario' lato sensu''.

   Speciale, secondo i pm, ''non appare essere stato minacciato da un 'male ingiusto' determinato: la frase pronunciata dal ministro appare di per se non idonea a causare effetti intimidatori sul soggetto destinatario. Peraltro ne' il generale Speciale, ne' gli ufficiali di pg presenti alla telefonata 'in viva voce' hanno ritenuto di dover denunciare il fatto all'autorita' giudiziaria competente''.

   Infine, quanto alla ipotesi di abuso d'ufficio i pm rilevano che ''non e' certamente sindacabile in questa sede la volonta' del viceministro di dare maggiore collegialita' nelle scelte di maggior rilievo nella gestione della guardia di finanza''. (ANSA).

 

VISCO: A PM,FESTE E AMICIZIE DISCUTIBILI PER GDF DI SPECIALE

 

   (ANSA) - ROMA, 20 SET - Una gestione improntata all'essere presenti piu' che essere operativi. Con feste della Guardia di Finanza che sarebbero costate molti soldi ed infine con il coinvolgimento di alcuni vertici delle Fiamme Gialle in inchieste giudiziarie o in amicizie discutibili come quella con Luciano Moggi che avrebbe concesso l'uso del suo aereo personale al generale Speciale. E' questo il quadro prospettato dal viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, al pm della procura di Roma, Angelantonio Racanelli, durante l'interrogatorio avvenuto il 28 giugno scorso a piazzale Clodio.

  ''Io ero gia' abbastanza seccato perche' erano state pubblicate pochi giorni prima le cose di Calciopoli - si legge nel verbale di interrogatorio - e risultava che c'era una bella fetta di vertice della Guardia di finanza coinvolti. E in particolare ci stava Speciale che andava in giro con Moggi, sull'aereo di Moggi, prendevano  biglietti per se' il che e' praticamente disdicevole per uno che si deve occupare di societa' per giunta la Juventus che e' una societa' quotata e di possibili reati finanziari e nel caso specifico del signor Moggi''.

''Speciale invece di parlarmi di lotta all'evasione fiscale - continua Visco al pm - parlava dei reparti speciali cioe' di incarichi da tutte le parti, di pezzetti della Gdf da sistemare, insomma, essere presenti era piu' importante di essere operativi e quindi io continuavo ad essere seccato''.

   Visco poi ricorda durante l'interrogatorio la festa della finanza a Napoli nel 2006: ''Una cosa impressionante una festa in cui si blocca tutta via Caracciolo per tre giorni (il lungomare di Napoli), si fanno marce in costume, con centinaia di ospiti, intrattenimento...io con Mosca Moschini...le feste della Guardia di finanza le facevo nel cortile della caserma qui a Roma. Ricordo in proposito che il presidente della Repubblica in quella occasione mi disse 'Ma questi quanto hanno speso?', era tutta una cosa gonfiata''.

   Poi il viceministro parla delle ragioni per cui aveva chiesto l'avvicendamento (mai avvenuto) a Milano. ''Io sapevo - dice al pm - che a Milano c'era una situazione che non era coerente con la strategia politica del governo nel senso che li' c'era un gruppo di persone che era piu' dedito a altro tipo di interessi che non a quello di affrontare le questioni dei reati economico-finanziari. Si erano creati intrecci di amicizie, di interessi che io non conosco dettagliatamente, che potevo intuire e che non mi piacevano e continuano a non piacermi''.

   Visco, infine, spiega durante l'interrogatorio che il governo non si fidava del generale Speciale e poi in merito a delucidazioni chieste dal pm sulla gestione della delega per la guardia di finanza dice: ''Non sono neanche un viceministro se non solo formalmente, cioe' io sono una persona che avendo fatto il  ministro delle finanze, il ministro del Tesoro, si e' prestata a fare questa cosa perche' serviva alla Camera e dato che il ministro dell'Economia e' un mio vecchio amico, e non e' un politico, io l'ho fatto per dovere avendo gia' fatto tutto quello che si poteva fare...''. (ANSA).

 

VISCO: MOGGI, 'BUGIE LE SUE ACCUSE, LO INVITO A DARE PROVE'

 

   (ANSA) - MILANO, 21 SET - ''Leggo che secondo i magistrati Visco ha mentito tre volte. Bene, io dico che ha mentito quattro volte: perche' io non ho mai avuto aerei, e quindi il generale Speciale non ha mai potuto viaggiare sul mio aereo, come dice lui'': e' furibondo Luciano Moggi, dopo aver letto gli stralci dell'interrogatorio del viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, sui rapporti con l'allora comandante della GdF, Roberto Speciale.

   L'ex dirigente juventino, travolto da Calciopoli, spiega all'ANSA: ''Io con Speciale ho parlato si' e no un paio di volte e non ho mai viaggiato con lui su aerei. Biglietti per le partite non gliene ho mai dati''. ''E proprio durante il comando di Speciale la Guardia di Finanza mi ha vivisezionato, ed io sono ben felice che lo abbiano fatto. Ma allora, dov'era tutta questa amicizia e confidenza tra me e il generale?''

   ''Visco si e' inventato tutto di sana pianta - aggiunge Moggi -, per gettare discredito su Speciale. Lo ha fatto tirando in ballo me, perche' ora e' facile dar la colpa di tutto a Luciano Moggi. Ormai la colpa e' di Moggi anche quando piove. Io lo invito pubblicamente a portare le prove di cio' che ha affermato''. (ANSA).


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