RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE, INTERVENTO DEL DELEGATO COCER-GDF SALVATORE TRINX AL FORUM DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

mercoledì 21 febbraio 2007

Salvatore TRINX, delegato Cocer Guardia di finanza per la categoria B, ha partecipato giovedì scorso all'iniziativa promossa dal sito internet del Partito della rifondazione comunista (PRC), che ha aperto sul suo forum pubblico un dibattito on-line col segretario Franco GIORDANO.

Riportiamo di seguito il testo inserito dal maresciallo Trinx, che si ricollega al contenuto del documento in materia di riforma della rappresentanza militare recentemente approvato dal Cobar Piemonte e dal Coir dell’Italia nord-occidentale.

Non sappiamo se il parlamentare ha fornito risposte.

 

INTERVENTO INVIATO IL 15.2.2007

DAL DELEGATO COCER-GDF SALVATORE TRINX

ALL’ONOREVOLE FRANCO GIORDANO

SUL FORUM PUBBLICO DI WWW.RIFONDAZIONE.IT

 

 

Inviato: Giovedì 15-02-07, 15:27. Oggetto: SINDACATO PER I MILITARI

 

 

PROPOSTA PER UNA RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE

Una svolta del sistema di rappresentanza è particolarmente sentita dal personale del Corpo della Guardia di Finanza , al fine di addivenire ad una soluzione ai cronici problemi di rappresentatività che assillano la condizione del lavoratore in divisa.
In Parlamento sono all’esame delle Commissioni Difesa di Camera e Senato alcune proposte di legge che certo non vanno nella direzione, auspicabile, di dare pieni diritti al cittadino finanziere,lavoratore in divisa uguale a tutti i lavoratori di questa Repubblica e la linea minimalistica che si intravede nei disegni di legge presentati di certo non vanno nella direzione di ristabilire l’equilibrio a favore degli uomini con le stellette come sancito dalla nostra carta costituzionale
La legge 11 luglio 1978, n. 382, da alcuni definita rivoluzionaria rispetto alle condizioni di allora da molti altri avvertita come un frutto di compromesso , mostra oramai tutti i suoi limiti. Da più di un decennio questa inadeguatezza è avvertita, ma le soluzioni prospettate sono state per lo più, nel migliore dei casi, contraddittorie, se non addirittura regressive rispetto alla condizione giuridica esistente.
Con la nota Sentenza del 1999, la Corte costituzionale, in merito alla legittimità costituzionale dell’articolo 8 della detta legge n. 382 del 1978, aveva dichiarato non incostituzionale il divieto per i militari di costituire associazioni professionali o sindacali. Tuttavia, la Consulta precisava nella sentenza come dovesse essere il legislatore a definire la disciplina associativa per i militari.
L’insoddisfazione degli appartenenti al Corpo verso questo istituto di rappresentanza è generale, avendo riscontrato che esso non garantisce una reale tutela del personale, sia dal punto di vista collettivo sia del singolo appartenente: infatti i meccanismi e le funzioni attribuite alla Rappresentanza militare non sono, a questo punto, adeguate ai progressi culturali, organizzativi e sociali che hanno investito il Corpo.
A fronte di ciò il personale vive quotidianamente la rilevante differenza di condizione e di rappresentanza esterna che contraddistingue nel nostro Paese le Forze di Polizia . ad ordinamento civile rispetto a quelle militarmente ordinate, come appunto la Guardia di Finanza.
Cittadini che svolgono il medesimo servizio di polizia, in molteplici circostanza anche in stretta collaborazione tra di loro, vivono diverse condizioni personali facendo tastare direttamente le conseguenze di due diversi sistemi di rappresentanza, che si ripercuotono negativamente, nella gran parte dei casi, sugli appartenenti al Corpo, con differenziazione di diritti, di tutela e di trattamento economico.
La Rappresentanza militare, così concepita, è un istituto che ormai giunto al termine ma cosa più grave che come si prospetta è un istituto morto ancora prima di nascere! Negli ultimi anni si è assistito alla proliferazione di associazioni che a vario titolo si propongono di difendere gli interessi del personale, andando a colmare, di fatto, il vuoto che le carenze della Rappresentanza ha palesato proprio sul terreno per il quale era stata ideata cioè la tutela del militare.
I tempi sono maturi per la svolta, per garantire ai Finanzieri di ogni ordine e grado i diritti fondamentali già di per sé sanciti dalla nostra Carta Costituzionale; diritti che in gran parte dei Paesi dell’Unione Europea sono già da tempo riconosciuti e salvaguardati dalle rispettive legislazioni.
La proposta di cambiamento deve andare nella direzione di garantire sostanzialmente la contrattazione e la difesa degli interessi collettivi ed individuali dei Finanzieri (tutela rispetto ai trasferimenti, organizzazione del lavoro, turnazioni, etc), come avviene già per i colleghi della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria in Italia, delle Forze Armate in genere in molti Paesi europei, senza che questo abbia scardinato l’organizzazione ed il funzionamento dell’apparato militare. La soluzione è il Sindacato .
Rispetto a tale richiesta Rifondazione e Lei in particolare come ritiene di agire nella richiesta dei riconoscimenti dei diritti sanciti dalla carta costituzionale al cittadino con le stellette circa la creazione del sindacato per i militari?
Onorevole Giordano lo sa che vi è una circolare dell’allora Ministro Martino che vieta addirittura la costituzione di una qualsiasi tipo di associazione se queste sono promosse da militari anche con altre persone che non indossano la divisa e che nonostante più richieste formulate dalla sezione cocer guardia di finanza in molte sedi istituzionali il Ministro Parisi non l’ha ancora abrogata?
Signor segretario agirà politicamente per far abolire tale obbrobrio?

Salvatore Trinx
Delegato Cocer Guardia di Finanza

 

 

 


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