COMANDANTE GENERALE CC ALLA COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO: “HO POTUTO PERCEPIRE CHE LA MAGGIOR PARTE DEI CARABINIERI NON VUOLE IL SINDACATO”

lunedì 19 febbraio 2007

Pubblichiamo in allegato il resoconto dell’audizione del Comandante generale di Carabinieri, generale Gianfrancesco SIAZZU, alla Commissione Difesa del Senato in data 17 gennaio 2007, che ha fornito numerose informazioni sull’attività e sul funzionamento dell’Arma a cinque anni dai decreti legislativi di riforma del 2001.

Da notare che è stata ben evidenziata la preziosa peculiarità dell’Arma di essere nel contempo forza militare e forza di polizia, caratteristica  particolarmente utile e apprezzata nelle operazioni di peace-keeping all’estero, dove oltre a operazioni a carattere bellico è indispensabile saper svolgere compiti di mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica e di formazione e addestramento delle polizie locali.

In merito alla riorganizzazione del 2001, Siazzu ha affermato che sono state recuperate agli impieghi operativi rilevanti quantità di risorse provenienti dalle attività di funzionamento. “Oggi tali attività – ha precisato – assorbono nell’Arma solo il 9 per cento del personale, percentuale di molto inferiore alla soglia del 15% fissata nell’articolo 1, comma 404, della legge finanziaria per il 2007, per tutta la pubblica amministrazione”.

Si tratta di un risultato di eccezionale rilievo, considerando che gli impieghi in argomento, come indicato dal citato comma 404, si riferiscono ad attività molto onerose per tutte le amministrazioni e in particolare per quelle a struttura militare (si tratta, infatti, della gestione delle risorse umane, dei sistemi informativi, della manutenzione e logistica, degli affari generali, dei provveditorati e della contabilità).

Sarebbe certamente utile, per le altre forze di polizia, esaminare con tecniche di benchmarking le modalità di dettaglio con cui tali risparmi sono stati ottenuti al fine di poterle replicare al proprio interno.

Quanto all’ingresso del personale femminile, limitato finora a 4-500 unità, l’alto ufficiale ha sottolineato come non ci siano stati contraccolpi. Le donne, anzi, sono state accolte “come un valore aggiunto nelle attività d’ufficio, nelle investigazioni scientifiche, nel laboratori, nei settori del reclutamento e di psicologia”. Unico problema, quello delle difficoltà di assegnazione nei reparti più piccoli, visto che in alcune caserme sede dei Comandi di Stazione vi è una sola stanza da adibire ad alloggio.

Le note dolenti dell’audizione hanno riguardato i tagli operati dalle ultime finanziarie su risorse umane, materiali e finanziarie. L’Arma conta oggi 110mila effettivi a fronte di un organico di 115mila. Poiché il personale non potrà essere ripianato con le attuali previsioni, il comandante ha chiesto di poter trattenere in servizio 400 unità tra ispettori, sovrintendenti e carabinieri che stanno per raggiungere i limiti di età. Una richiesta che era già stata avanzata negli anni scorsi e che non comporterebbe oneri finanziari per le casse dello Stato, ma che non in passato non è stata accolta.

Infine, qualche breve notazione sulla riforma dell’attuale sistema di rappresentanza.

“La maggioranza, non solo della rappresentanza di vertice dei carabinieri, ma anche dei militari dell’Arma  - ha detto Siazzu – non è favorevole al sindacato” e “sarebbe più orientata a mantenere un’impostazione simile all’attuale, seppur rivista in alcuni settori”.

Da dove trae tale convincimento il Comandante generale dell’Arma?

“Da tante discussioni che si sono svolte” e da “valutazioni” fornite da alcuni componenti del Cocer, che il generale Siazzu, sebbene a titolo personale, ha affermato di condividere.


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