CASO MARTIN, DELIBERE DEL COIR DELL'ITALIA NORD-OCCIDENTALE E DEL COCER-GDF: SOLIDARIETA' AL MILITARE E FORTI CRITICHE PER QUANTO ACCADUTO

mercoledì 17 gennaio 2007

A distanza di pochi giorni, due delibere di Organismi della rappresentanza militare della Guardia di finanza sul “Caso dell’appuntato Martin”, venuto alla ribalta con la drammatica lettera pubblicata dal militare un mese fa sul forum della nostra associazione.

Riepiloghiamolo brevemente.

Cristian Martin è un appuntato del Corpo in servizio a Como. Tra i suoi compiti c’è anche quello di fare interrogazioni al terminale per i colleghi che svolgono servizi di polizia giudiziaria e di polizia tributaria. Ha sempre svolto coscienziosamente il suo lavoro, rispettando le procedure e le disposizioni stabilite. E ogni volta prende nota delle informazioni che preleva dagli archivi informatici e dei nomi di colleghi e superiori che gliele hanno chieste. Tutto documentato, tutto regolare.

Eppure, una mattina di settembre, quando ancora non s’è fatta l’alba, viene svegliato di soprassalto a casa sua, viene portato in caserma e poi arrestato. E questo perché c’è stato qualcuno che ha venduto notizie risultate prelevate proprio da lui dai database centrali. Non serve protestare, pregare, mostrare il brogliaccio delle interrogazioni con i nomi e le date di quelle interrogazioni. Lui non c’entra: lo può dimostrare subito, sia ai superiori che ai magistrati. Nonostante ciò, si aprono le porte del carcere. Quattro giorni d’inferno per Martin e per tutta la sua famiglia. Poi l’interrogatorio e l’immediato rilascio. E’ innocente. E’ chiaro. Lo era anche prima, bastava ascoltarlo, magari – perché no? – “pretenderlo” dal magistrato procedente. Esce con l’amaro in bocca. Un’esperienza devastante per aver fatto solo il proprio dovere. E in cui si è sentito solo. Solo con la sua bella famiglia.

Martin inserisce nel forum internet dell’Associazione (www.ficiesse.it) la lettera che oggi pubblichiamo anche su Finanzieri e Cittadini. L’impatto è fortissimo. Oltre 120 i messaggi. Di solidarietà e di affetto. Ma anche di critica e di rabbia: siamo carne da cannone, siamo usati per far parlare i giornali, perché erano presenti solo due ufficiali inferiori?, perché questo trauma a una persona in grado di dimostrare immediatamente la sua innocenza? Questi i commenti più ricorrenti.

Interrogativi che ora sono stati raccolti e rilanciati dal Cocer della Guardia di finanza, con una delibera di oggi, e dal Coir dell’Italia nord-occidentale, con una delibera del 15 gennaio scorso.

Atti entrambi di solidarietà e sostegno al militare, ma anche dai contenuti fortemente critici. Il Coir, infatti, nell’auspicare che fatti di tale rilievo vengano in futuro vagliati con attenzione dagli organi procedenti per evitare un “ricorso non ponderato” alle misure restrittive della libertà personale, ha chiesto anche, significativamente, al Comandante interregionale di Milano, generale Francesco PETRACCA, “di sensibilizzare  i militari di qualunque ordine e grado (ergo, in particolare, quelli di grado più elevato ai quali competono gli onori, ma anche gli oneri delle decisioni di maggior rilievo, NDR) a comportarsi con la dovuta correttezza e trasparenza  evitando frettolose criminalizzazioni”. Gli fa eco oggi la delibera del Cocer, che riprende il tema dell’esigenza di un’attenta ponderazione del ricorso alle misure restrittive e l’auspicio che la triste vicenda di Martin possa almeno “costituire una futura e serena riflessione per tutti coloro che possono, con la loro attività, incidere sulla libertà personale degli individui”.


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