PENSIONI: UNIONE DIVISA; FASSINO, PATTO CON I SINDACATI; DINI, DELUSO DA PRODI; FERRERO, ALZARE ETA'PER TUTTI INACCETTABILE; SGOBIO, PRODI RASSICURANTE, BASTA CON AUMENTO ETA'

sabato 06 gennaio 2007

(di Yasmin Inangiray)
 
   (ANSA) - ROMA, 30 DIC - Il conclave di governo convocato da
Romano Prodi per la meta' di gennaio a Caserta diventa, ogni
giorno di piu', un appuntamento decisivo per sciogliere il nodo
delle pensioni, la principale riforma che dovrebbe segnare la
''svolta'' annunciata dal presidente del Consiglio per il 2007.
Per ora, infatti, la maggioranza resta divisa sulle soluzioni da
adottare. Anzi, le distanze tra l'anima riformista e quella
radicale dell'Unione sembrano aumentare.
   Se per Rifondazione, Verdi e Pdci il 'no' di Prodi ai
disincentivi, sottolineato nella conferenza stampa di fine anno,
e' la base su cui intavolare la trattativa con sindacati e mondo
delle imprese, nell'Ulivo i dubbi sono forti. Ad uscire allo
scoperto e' oggi Lamberto Dini, padre della riforma del 1995,
che si dice ''molto deluso'' dalle proposte di Prodi. Se
l'orientamento del governo non dovesse cambiare, l'ex premier
non vede alternative: ''O si fa un passo avanti oppure meglio
tenersi lo 'scalone' della legge Maroni''. Il senatore della
Margherita e' convinto infatti che la riforma delle pensioni
impostata secondo le linee indicate da Prodi serva solo per
''dare soddisfazione a sinistra massimalista e sindacati''.
   Piero Fassino, che nei giorni scorsi aveva evitato di
intervenire sulla questione, sceglie le pagine dell'Unita' per
''sgombrare la discussione da una paura: quella che qualcuno
voglia 'tagliare' o 'toccare' le pensioni''. Il leader dei Ds si
rivolge direttamente ai sindacati, proponendo un ''nuovo patto''
contro lo 'scalone' che entrera' in vigore da gennaio 2008 in
cambio di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali e
contro la precarieta' del lavoro.
   Nell'Unione pero' la 'quadra' e' ancora lontana perche'. La
sinistra radicale, infatti, indica condizioni precise. Paolo
Ferrero, ministro comunista della Solidarieta' Sociale, pensa ad
esempio che un innalzamento generalizzato dell'eta' pensionabile
si traduca in una ''inaccettabile operazione di classe contro i
lavoratori''. Non vuole sentire parlare di disincentivi nemmeno
il sottosegretario all'Economia Paolo Cento: ''Non sono previsti
ne' nel programma di governo ne' nel memorandum firmato con i
sindacati''. Ma l'esponente dei Verdi va oltre e invita ''l'ala
moderata della coalizione a non fare offensive su tutto''
perche', aggiunge, ''il punto d'equilibrio e' il programma''.
Ancora piu' rigida la linea dei Comunisti Italiani. ''Dopo gli
impegni presi da Prodi - dice Pino Sgobio - nel 2007 non si
parli piu' di innalzamento dell'eta' pensionabile''.
   Per capire come (e se) si potranno conciliare posizioni tanto
distanti bisognera' insomma aspettare. Almeno fino a Caserta.
(ANSA).
 
 
 
 
PENSIONI: SGOBIO, PRODI RASSICURANTE, BASTA CON AUMENTO ETA'
   (ANSA) - ROMA, 2 GEN - ''Dopo le rassicuranti e positive
dichiarazioni di Prodi a non considerare urgente la riforma
delle pensioni e a non introdurre, comunque, penalizzazioni o
disincentivi per i pensionati italiani sarebbe sciocco e assurdo
se qualcuno nell'Unione continuasse a parlare ancora di
innalzamento dell'eta' pensionabile''. Lo afferma Pino Sgobio,
capogruppo del Pdci alla Camera.
   ''Al contrario - aggiunge - ora occorre concentrarsi nella
direzione indicata dal programma e cioe' eliminare lo 'scalone'
di Maroni e aumentare le pensioni piu' basse. Questa e' la
strada maestra sulla quale procedere''.(ANSA).
 
 
 

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