CORRIERE.IT: IL TUFFO DEI POLIZIOTTI EROI PER LIBERARE LE DONNE DALL'AUTO SOMMERSA di Nicola Catenaro

venerdì 15 giugno 2018

CORRIERE.IT: IL TUFFO DEI POLIZIOTTI EROI PER LIBERARE LE DONNE DALL'AUTO SOMMERSA di Nicola Catenaro

«Non ho pensato mai di mollare. Quando indossi questa divisa, non puoi permettertelo. Se c’è una vita in pericolo, devi provare a salvarla fino in fondo». L’agente scelto Simone Cingolani, 33 anni, racconta come ha aiutato, insieme agli altri suoi colleghi, le due donne intrappolate nell’auto finita nel sottopassaggio allagato di via Caduti del Lavoro, ad Ancona, ieri mattina.

I «poliziotti-eroi», li hanno definiti, ma lui si schermisce: «Nient’altro che il nostro dovere, abbiamo fatto un giuramento e non possiamo tirarci indietro». Gli altri sono il vice ispettore Benedetto Fanesi, 40 anni, capoturno delle Volanti e originario di San Benedetto del Tronto; l’assistente capo Pietro Golia, 42 anni, pugliese; gli assistenti Marco Cropo, siciliano, 37 anni; Diego Ravarelli, 34 anni, di Ancona come Cingolani; l’agente scelto Andrea Fioretti, 33 anni, di Morro d’Alba. L’operazione è durata solo qualche minuto ed è riuscita alla perfezione, anche grazie alla tempestività e al coordinamento assicurati dall’intera Squadra Volante diretta da Cinzia Nicolini. Una storia a lieto fine.

Sono le 10.50 quando nella sala operativa della Questura arriva la telefonata di Angela Agosta, che insieme al marito Francesco D’Aquino e ai figli sta per attraversare con l’auto il sottopassaggio, vede la scena e si blocca. «Era troppo pericoloso intervenire, anche se Francesco avrebbe voluto — racconterà dopo — e così abbiamo dovuto attendere la polizia. Loro sono stati bravissimi e velocissimi».

Su Ancona si era appena scatenata una bomba d’acqua devastante. Piove ancora a dirotto quando arrivano le pattuglie. Il vice ispettore Fanesi, prima di tuffarsi, avverte al telefono: «La situazione è disperata, interveniamo subito». Gli agenti raggiungono a nuoto l’auto. Dai finestrini della Citroen C4 Picasso spuntano fuori le mani delle due donne sedute davanti.

Sono madre e figlia, rispettivamente di 82 e 53 anni. La più giovane è alla guida, l’altra le siede accanto. Si aggrappano con le dita al montante della vettura, quasi interamente sommersa dall’acqua che è penetrata anche all’interno, e avvicinano il mento ai finestrini socchiusi per cercare di respirare.

«Non abbiamo avuto molto tempo per pensare — dice Simone Cingolani — e quando sono riuscito a raggiungere l’auto ho subito notato che, all’interno, nel sedile di dietro, c’era un seggiolino per neonati. Avevo con me solo lo sfollagente, così ho rotto il vetro posteriore dall’altro lato e mi sono accertato che non ci fosse un bambino. Le portiere erano bloccate dall’esterno per l’effetto ventosa dell’acqua, attraverso il finestrino ho fatto scivolare il braccio, ho sbloccato la sicura e ho azionato la maniglia dall’interno».

L’acqua inizia a defluire dall’abitacolo, le due donne non rischiano più di affogare ma il pericolo resta. «Sono alto uno e ottantacinque e ricordo che, se provavo a toccare il fondo del sottopassaggio con i piedi, l’acqua mi sommergeva interamente — continua Cingolani —. Inoltre i tombini creavano dei pericolosi vortici sotto. Loro erano in stato di choc, con le labbra viola e quasi in ipotermia. Non erano in grado di fare nulla. Le abbiamo dovute tirare a forza via di lì. Quella più giovane era aggrappata al volante e non voleva staccare la presa, la donna anziana invece tremava per la paura. Non hanno detto nulla, solo un grazie accompagnato da un grande sorriso. Erano molto provate».

Il resto è una perfetta operazione di salvamento, simile a quella che fanno le squadre specializzate, ma a un poliziotto in divisa non capita spesso. «Sono subacqueo per passione, questo devo dire mi ha molto aiutato», ammette Simone. «La verità è che siamo addestrati a tutto. Sono onorata di dirigere questi angeli», aggiunge Cinzia Nicolini, felice e orgogliosa dei suoi uomini.


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