PALERMO.REPUBBLICA.IT: PALERMO, LA TRUFFA DEL CARABINIERE: SI FACEVA RIMBORSARE MISSIONI SINDACALI FANTASMA

martedì 24 ottobre 2017

Arrestato un appuntato: in due anni 46 finte trasferte a Roma, per un totale di 50 mila euro

di Francesco Patane' - 23 ottobre 2017

Finisce agli arresti domiciliari il “sindacalista fantasma” dell’Arma dei carabinieri. Per quasi due anni ha truffato l’Arma fingendo di andare in missione a Roma per 46 volte come delegato nazionale del Co.Ce.R. (l’organo di rappresentanza militare), facendosi rimborsare spese di trasferta per oltre 50 mila euro e percependo straordinari e indennità di missione che in alcuni casi gli hanno triplicato lo stipendio mensile.

Ieri mattina l’appuntato scelto Alessandro Rumore, 47 anni residente a Borgetto in provincia di Palermo, è stato arrestato con l’accusa di falso, di falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa militare. I carabinieri del gruppo di Monreale ieri all’alba gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip Wilma Mazzara su richiesta del sostituto procuratore Giacomo Brandini.

E’ durata oltre un anno l’indagine della compagnia di Partinico e del gruppo di Monreale nei confronti dell’appuntato sindacalista in servizio alla stazione dei carabinieri di Borgetto, ma di fatto sempre distaccato per impegni sindacali. Intercettazioni, pedinamenti, riscontri incrociati sulla documentazione e tabulati telefonici hanno scoperchiato il complesso sistema con cui l’indagato era riuscito a raggirare l’intera catena gerarchica dell’Arma, dal suo comandante di stazione al comandante di compagnia. Ma anche gli ufficiali del comando generale a Roma che per un anno e mezzo lo hanno convocato senza mai vederlo. Dal gennaio 2015 al settembre 2016 sono state 46 le missioni “fantasma” al comando generale dell’Arma a Roma (ognuna di 4 o 5 giorni) di Alessandro Rumore. Formalmente era impegnato nel suo ruolo di delegato nazionale degli appuntati al Co.Ce.R. (ruolo che svolgeva da oltre un decennio), mentre in realtà rimaneva a Borgetto e si occupava della creazione di una filiale di una nota società di vigilanza sfruttando il peso del suo ruolo all’interno dell’Arma. E per quest’ultimo fatto gli viene contestato anche il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Gli inquirenti hanno stimato che l’indagato abbia percepito in maniera indebita stipendio, straordinari, indennità e rimborsi per circa 150 giorni nell’arco di 20 mesi. Nell’ordinanza il gip Wilma Mazzara prende in esame il periodo dall’1 gennaio 2015 al settembre dello scorso anno perché non è stato possibile accertare la condotta illecita nei periodi precedenti per la mancanza dei dati telefonici che attestano dove fosse l’indagato durante i periodi di missione.

“La disinvoltura dell’indagato nei rapporti interpersonali, gli stretti legami di amicizia e le cointerressenze esplicite anche con soggetti indagati di gravi crimini, il tentativo di approffittarsi genericamente di una funzione e di un ruolo – scrive il gip Mazzara - costituiscono tutte condotte poste in essere continuativamente dall’indagato, al punto da apparire come parte integrante del suo modo di essere”.

L’indagine è nata da un procedimento sull’assalto ad un furgone portavalori in cui alcuni indagati sono entrati in contatto con Alessandro Rumore. Intercettazioni in cui emerge come l’appuntato invece di essere a Roma era in un bar di Borgetto a prendersi un caffè con gli indagati per la rapina. “Tu quando sei là me lo dici, perché io calcola che non figuro qua, quindi sto rischiando tantissimo”.

Per poter giustificare le spese di trasferta Rumore si avvaleva di un albergatore romano compiacente che rilasciava fatture false per il periodo della missione fantasma. E anche in questo caso non si trattava di una persona raccomandabile, ma

di un cittadino albanese pregiudicato per reati di corruzione. Dopo ogni periodo di missione compilava i moduli per ottenere il denaro sia della trasferta che le maggiorazioni per indennità e straordinari. Attestava sempre di raggiungere la capitale con mezzo proprio e si faceva rimborsare il costo del treno (come prevede il regolamento) esibendo i prezzi indicati sul sito web di Trenitalia. In diversi casi si faceva persino anticipare il denaro, circa mille euro a missione.


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