PERCHÉ I FINANZIERI TRA LORO SI CHIAMANO CAINI - di Giuseppe Fortuna
lunedì 12 febbraio 2024
Perché in finanzieri tra loro si chiamano Caini mi fu spiegato - ma non ricordo da chi - quando, terminato il quadriennio accademico, fui mandato a comandare la Tenenza della Guardia di Finanza di Bormio.
Parlo del 1977 e 1978, anni nei quali la SS 301, che porta al territorio extradoganale di Livigno, era totalmente diversa da quella di oggi, specialmente nel lungo tratto di alta montagna che attraversa prima il Passo del Foscagno (2.291 metri s.l.m.) quindi la frazione di Trepalle (2.069). Una strada strettissima, senza gallerie e nei mesi invernali totalmente ghiacciata e flagellata da slavine e anche da valanghe.
La prima strada carrozzabile del percorso era stata realizzata per motivi militari nel 1914 ed è stata percorribile soltanto nei mesi estivi fino alla costruzione della statale nel 1952.
Erano gli anni del contrabbando di sigarette dalla Svizzera che dava da mangiare a molte famiglie povere della zona e le Fiamme Gialle vi avevano diversi reparti, tra cui la Brigata (oggi Tenenza) di Passo Foscagno, l’allora Brigata di Semogo, l’allora Distaccamento della Val Viola, l’allora Tenenza di Isolaccia, con continui servizi di pattugliamento e appostamento sia diurni che notturni.
Un giorno, un finanziere rimase travolto da una grande valanga e fu miracolosamente salvato da alcuni “treppallini” (uno dei due modi con cui sono chiamati gli abitanti di Trepalle) che per fortuna avevano assistito all’evento e che lo portarono in parrocchia.
La parrocchia è stata retta dal 1929 al 1972 da DON ALESSANDRO PARENTI, il personaggio generoso e fumantino che Giovanni Guareschi conobbe personalmente e che gli ispirò la figura di Don Camillo.
Quanto al contrabbando Don Parenti aveva la sua teoria: i confini li tracciano gli uomini, non Dio, quindi trafficare per mangiare non è peccato.
Il finanziere fu curato con amore e dedizione, ma si accorse che in parrocchia veniva distillata grappa. Rientrato in caserma fece il suo dovere e nei giorni successivi si procedette, secondo la legge degli uomini, con sequestri e denunce.
D’altra parte, aggiungo io, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Bravissimo quindi Don Parenti e bravissimo il nostro confratello Caino.
Ultima chicca.
In quei miei due anni bormini Don Parenti, che da tempo era stato sostituito da Don Adriano ma viveva allettato negli alloggi della parrocchia (morì nel 1980), chiese di incontrarmi. Quando mi recai da lui mi disse: “Tenente, alle elezioni della settimana scorsa cinque (CINQUE!) voti sono andati al Partito Comunista. Ma a Trepalle nessuno (NESSUNO!) vota comunista! Quindi a Passo Foscagno avete cinque (CINQUE!) Finanzieri comunisti (COMUNISTI!). Attenzione!”
Grazie Mamma Finanza per avermi fatto conoscere il grandissimo e inimitabile Don Camillo.
GIUSEPPE FORTUNA