C.E.D.S - CONSIGLIO D’EUROPA: “ILLEGITTIMO IL DIVIETO DI ADERIRE A ORGANIZZAZIONI SINDACALI PER I MILITARI CHE SVOLGONO FUNZIONI DI POLIZIA”. E’ ORA CHE LO STATO ITALIANO NE PRENDA ATTO! di Simone Sansoni

lunedì 21 novembre 2016

C.E.D.S - CONSIGLIO D’EUROPA: “ILLEGITTIMO IL DIVIETO DI ADERIRE A ORGANIZZAZIONI SINDACALI PER I MILITARI CHE SVOLGONO FUNZIONI DI POLIZIA”. E’ ORA CHE LO STATO ITALIANO NE PRENDA ATTO! di Simone Sansoni

E’ stata pubblicata il 4 luglio scorso un’importante decisione del Comitato Europeo dei diritti sociali (CEDS[1]), organismo para-giudiziario del Consiglio d’Europa previsto dal Trattato della Carta sociale europea (CSE[2]) al quale aderisce anche la Repubblica italiana.

Il 10 giugno 2013 il Consiglio Europeo dei Sindacati di Polizia (CESP[3]) aveva presentato un reclamo collettivo[4] al CEDS, denunciando il fatto che la Francia non rispetta la corretta applicazione degli articoli 5 (diritto di associarsi) e 6 (diritto alla contrattazione collettiva) della CSE.

Il CESP sosteneva, infatti, che la Gendarmerie Nationale[5] francese è impegnata - quasi esclusivamente – in missioni di polizia, mentre le attività militari di quel Corpo sono più che marginali e che, pertanto, il divieto di costituirsi in associazioni professionali o sindacali è sproporzionato e, di conseguenza, contrario al Trattato.

Il CEDS, in una lunga ed articolata decisione presa all’unanimità dei suoi membri, ha sostanzialmente dato ragione ai Gendarmi francesi, stabilendo nel dettaglio un importante principio, peraltro già parzialmente affermato in precedenti decisioni[6]: nell’applicazione dei diritti stabiliti nel Trattato deve farsi riferimento ai compiti concretamente affidati al personale del corpo di polizia, al di là delle disposizioni normative che eventualmente lo configurano militare.

In conseguenza di ciò, poiché il CEDS ha ritenuto che la Gendarmeria nazionale francese può essere funzionalmente equivalente o ad una polizia o una forza armata, a seconda delle mansioni concretamente assegnate, il Comitato ha stabilito che i gendarmi devono godere del diritto di associarsi professionalmente allorquando la Gendarmeria nazionale è funzionalmente equivalente a una forza di polizia.

In altri termini, il Comitato ha esaminato in primo luogo i diritti previsti all'articolo 5 della Carta per quasi tutte le attribuzioni in cui, data la natura civile delle funzioni svolte, dei compiti assegnati e dell'autorità gerarchica, la Gendarmeria nazionale è funzionalmente equivalente a una forza di polizia. Successivamente ha esaminato i diritti di cui all'articolo 5 della Carta nella piccola minoranza di incarichi in cui la Gendarmeria Nazionale è funzionalmente equivalente ad una forza armata.

Il Comitato ha quindi ritenuto che il divieto di costituire associazioni professionali di natura sindacale e di appartenere a tali associazioni[7] non è giustificabile, né tantomeno necessario in una società democratica per la protezione della sicurezza nazionale, allorquando la Gendarmeria Nazionale è funzionalmente equivalente a una forza di polizia, ossia nella quasi totalità dei suoi compiti affidati.

Come è facilmente  intuibile, tali principi di proporzionalità e effettività adottati dal CEDS per la Gendarmeria francese possono ancor più agevolmente applicarsi in Italia ad un corpo di polizia come la Guardia di finanza che, ancorché ad ordinamento militare, sostanzialmente e concretamente non svolge alcuna funzione di Difesa e che, quindi, non può considerarsi “funzionalmente equivalente ad una forza armata”, ma che è da ritenersi invece funzionalmente equivalente ad una forza di polizia,

La decisione del CEDS dovrà necessariamente essere presa in considerazione anche nell’ormai stucchevole dibattito parlamentare sulla riforma della rappresentanza dei militari italiani, impantanatosi, come avvenuto nelle precedenti legislature, presso la Commissione Difesa della Camera dei Deputati.

Sia la maggioranza parlamentare che gli avversari delle libertà sindacali dei Finanzieri dovranno finalmente prendere atto che non è né ragionevole, né tantomeno in linea con i Trattati internazionali, continuare ad ignorare la peculiare situazione della Guardia di finanza e del suo personale, il quale, nonostante la formale attribuzione di uno status militare, nei fatti non ha alcuna concreta funzione equivalente a quella degli appartenenti alle Forze armate.

Una situazione, quella dei Finanzieri, che sarà  sicuramente presa in considerazione dai giudici della Corte di Strasburgo nel noto ricorso presentato nel 2014 da 400 Fiamme Gialle contro lo Stato italiano, le cui motivazioni sono rafforzate dalla recente decisione del CEDS.

Simone Sansoni

Componente direttivo nazionale FICIESSE

 

PER LEGGERE LA DECISIONE DEL COMITATO (IN INGLESE E FRANCESE) VAI AL SEGUENTE LINK http://www.coe.int/en/web/turin-european-social-charter/home/-/asset_publisher/Vugk5b0dLMWq/content/the-decision-on-the-merits-of-the-complaint-cesp-v-france-is-now-publ-1?_101_INSTANCE_Vugk5b0dLMWq_viewMode=view/

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[1] Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa (ECSR) è stato istituito allo scopo determinare se la normativa e la pratica degli Stati parte sia in conformità con le norme della Carta sociale europea. Attualmente è composto da 14 esperti indipendenti eletti dal Comitato dei Ministri.

[2] La Carta sociale europea è un trattato del Consiglio d'Europa, che è stato adottato nel 1961 e riveduto nel 1996. La Carta riconosce i diritti umani e le libertà e stabilisce un meccanismo di controllo per garantirne il rispetto da parte degli Stati. La Carta è realizzata in modo da supportare la Convenzione europea dei diritti dell'uomo che riconosce i diritti civili e politici. La Carta garantisce i diritti positivi e le libertà che riguardano tutti gli individui nella loro esistenza quotidiana.

[3] Fondato nel 1988, il Consiglio Europeo dei Sindacati di Polizia è composto da circa 280,000 agenti di polizia di 18 paesi Europei. Nel 1991, è stato riconosciuto ufficialmente dal Consiglio Europeo come Organizzazione Non-governativa con uno status consultivo ed è membro della Commissione Unita del NGO dal 1998.

[4] Ai sensi del Protocollo addizionale alla Carta sociale europea su un sistema di reclamo collettivo, entrato in vigore l'1 luglio 1998, possono essere presentati al Comitato europeo dei diritti sociali dei reclami sulla violazione delle disposizioni contenute nella Carta. I reclami possono provenire, nel caso degli Stati che hanno adottato la procedura, da parte delle seguenti organizzazioni: la Confederazione dei sindacati europei (ETUC), Business Europe (e UNICE) e l'Organizzazione internazionale dei datori di lavoro (IOE); di organizzazioni non governative con status consultivo presso il Consiglio d'Europa; da organizzazioni di datori di lavoro e da sindacati nel Paese interessato e, da organizzazioni non governative nazionali. Il Comitato esamina il reclamo e, se i requisiti fondamentali sono stati raggiunti, lo dichiara ammissibile. In seguito, mette in moto una procedura di dialogo con il Paese interessato basata su uno scambio di documentazione scritta tra le parti e può decidere di tenere un'udienza pubblica. Il Comitato prende quindi una decisione sul merito del reclamo, che invia alle parti interessate e al Comitato dei Ministri in un rapporto. Il Comitato dei Ministri adotta quindi una risoluzione, in cui, se lo ritiene appropriato, può raccomandare allo stato di prendere specifiche misure per portare la situazione in linea con la Carta sociale europea.

[5] La Gendarmeria nazionale francese (Gendarmerie nationale) è una forza di polizia a statuto militare posta sotto il controllo del Ministero della Difesa francese durante le operazioni militari, mentre durante le normali operazioni di polizia risponde al Ministero dell'interno.

[6] “Per valutare se la situazione è conforme alla Carta del 1961, il Comitato verifica se gli organismi definiti dal diritto nazionale come appartenenti alle forze armate eseguono effettivamente funzioni militari” (Conclusioni CEDS XX-3 (2014) - Rep. Ceca, p. 17 – Polonia p. 15)

[7] Si noti che, come evidenziato dal CEDS, tale divieto era posto dalla legislazione francese fino al 4 luglio 2015, cioè fino a quando non è stata modificata per adeguarla alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo.

 


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