MILITAREXIT GDF: REMAIN O LEAVE? – di Emiliano Serrecchia
MILITAREXIT GDF: REMAIN O LEAVE? – di Emiliano Serrecchia
Prendendo spunto dal dibattito, dai toni anche accesi, che sta suscitando il passaggio del Corpo Forestale dello Stato sotto l’amministrazione dei Carabinieri, con il successivo incorporamento di civili appartenenti alla Forestale in un vestito a tinte militari, non ci si può esimere dal formulare delle considerazioni a carattere generale sulla “militarità” di tutti i corpi di polizia e della Guardia di Finanza particolare.
La militarità è invocata da diversi appartenenti quale difesa dell’esistenza della Guardia di Finanza, ritenendo che la smilitarizzazione possa portare al successivo smembramento e scioglimento del Corpo.
A mio avviso, se la teoria darwiniana dell’evoluzione della specie ha un senso, poiché ogni tempo ha le sue necessità e i suoi anticorpi, ogni ragionamento va rapportato al momento storico considerato e alla soddisfazione delle specifiche esigenze che quel momento richiede. I tempi d’oggi sono radicalmente mutati e nell'ottica di una polizia economico-finanziaria di stampo europeista, la militarità non mi sembra abbia più senso di essere.
Bisogna smilitarizzare perché un’amministrazione finanziaria oggi non può essere improntata a un codice penale militare approvato con un decreto “Regio” del 1941 (il 303), in un’altra era, in un periodo di guerra completamente superato dal tempo e credo che solo con la smilitarizzazione si potrà aprire la strada verso l'associazionismo pieno e libero o la piena e libera sindacalizzazione.
Elemento cardine dello status militare, d’altra parte, è la tutela dei diritti degli appartenenti all’istituzione, ai quali è riservata una tutela molto ridotta rispetto agli ordinamenti a carattere civile.
Prendiamo, ad esempio, le tante rivendicazioni che molti utenti postano sul forum internet dell’associazione Ficiesse, oppure le pressanti richieste che vengono rivolte ogni giorno in maniera diretta ai componenti delle rappresentanze Cobar-Coir-Cocer. Parliamo di tante richieste di sostegno per situazioni individuali sofferte, ritenute inique, che purtroppo cadono nel vuoto, e non per colpa dei delegati che le ricevono ma perché l’ordinamento militare non le attribuisce alla competenza dei Consigli della rappresentanza.
A testimonianza di quanto detto, prendo spunto da quanto affermato il 4 luglio scorso dal Gen. Bartoloni, presidente del Consiglio centrale di rappresentanza della Guardia di Finanza, nel corso audizione alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Difesa sullo scioglimento del Corpo Forestale.
“La cosa che più preoccupa – ha detto il generale - è il livello di garanzie per il personale, che si traduce in una carenza di rappresentatività dei diritti, anche perché la rappresentanza militare non è assolutamente paragonabile al potere sindacale, con le limitazioni che ne conseguono”.
Ecco perché è necessaria la smilitarizzazione.
È ben vero che io, come molti altri colleghi, ci siamo arruolati sapendo che avremmo indossato una divisa con le stellette e avremmo assunto le responsabilità collegate allo status di militare. Sono nato ( lavorativamente parlando) militare, non rinnego il mio passato e ne vado fiero, come sono fiero di quei colleghi che hanno onorato la Patria in tempi di guerra. Ma questo non vuol dire che, se serve al paese e ai cittadini italiani, io debba anche andare in pensione da militare. Permettetemi di preferire un'altra organizzazione, permettetemi un’evoluzione dettata dai tempi, permettetemi di poter aspirare ad una Guardia di Finanza smilitarizzata e sindacalizzata.
La smilitarizzazione porterà più pro o più contro? Io sono fermamente convinto sui pro.
Abbiamo il precedente della Polizia di Stato che è cambiata nel 1981 e non dobbiamo dimenticare che tante conquiste e diritti che ora diamo per scontanti, sono stati estesi alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri su input dei tanti sindacati (forse troppi!) della Polizia.
D’altra parte, se l'Europa va chiaramente verso la direzione di polizie a stampo civile (vedi casi in Francia, sentenza Cedu, ecc.) perché da noi si sposa ancora la teoria del "remain” militare?
Io voto decisamente per leave, per il militarexit.
EMILIANO SERRECCHIA
Componente Direttivo Nazionale Ficiesse