QUALI ESEMPI DAL CASO BARILARO

mercoledì 13 novembre 2002

Abbiamo ricevuto dal signor O. F. la lettera che appresso integralmente pubblichiamo.

“Egregio Direttore, le mie scarse conoscenze informatiche non mi consentono di inviarLe un messaggio elettronico; riesco appena a collegarmi ad un sito per leggere, pertanto sono costretto ad utilizzare la posta ordinaria. Attraverso DAGOSPIA del 31.07 u.s. sono arrivato a FICIESSE e periodicamente mi collego per le novità. Venuto a conoscenza della vicenda BARILARO, vorrei sottoporre alla Sua attenzione alcune mie brevi considerazioni:

1)                 mi pare di capire che il giovane ufficiale non si sia congedato dal Corpo a cuor leggero o perché ha ricevuto “un’offerta che non si può rifiutare”; tutt’altro, Egli è andato via per difendere un valore importante qual è la FAMIGLIA. In tempi in cui i valori morali sono crollati e, a volte, si sono invertiti, credere nella famiglia è un ESEMPIO POSITIVO;

2)                 non mi pare per niente positivo, invece, il fatto che allo stesso sia stato negato un colloquio con il sig. Comandante Generale. Fossi stato nei panni di quest’ultimo avrei ricevuto il giovane ufficiale per incoraggiarlo od anche per rimproverarlo. La mancanza di dialogo è certamente un ESEMPIO NEGATIVO;

3)                 il massiccio esodo degli ufficiali della GdF dovrebbe preoccupare l’on.le Ministro. Perché Egli non interviene? Com’è possibile che un grave danno per lo Stato passi quasi sotto silenzio, nella totale irresponsabilità del Comando Generale? O forse non vuole o non può sostituire quegli uomini che Egli stesso, pochi mesi orsono, ha collocato ai vertici della Gdf?

In conclusione mi sembra che dalla vicenda del Maggiore BARILARO si possa ricavare questa sintesi: un esempio positivo, un esempio negativo, un impoverimento dei quadri della GdF, un danno per il contribuente.

Cordialmente.

O. F.”

RISPONDE IL DIRETTORE DEL SITO

La vicenda del Maggiore Barilaro mette in risalto le distonie nella gestione della Guardia di finanza che stiamo da anni evidenziando. In tutti i documenti ufficiali, si legge che il Corpo è un organismo moderno, improntato ad una filosofia manageriale, attento all’efficienza, alla qualità, allo sviluppo equilibrato di professionalità di elevato profilo. Poi, i vertici dell’istituzione assistono, inerti, a molte decine di ufficiali che ogni anno abbandonano le sue fila. Quale azienda permetterebbe una fuga dei quadri migliori senza accennare alcuna reazione? Cosa succederebbe al management di quell’azienda se, all’indomani di una completa ristrutturazione, si ammettesse, come fatto davanti alla Commissione Finanze della Camera, di non sapere che pesci pigliare?


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